Attenzione: il seguente articolo contiene spoiler. Continuate a leggerlo a vostro rischio o solo se avete già visto l’episodio.
Dopo una piccola pausa natalizia, torna su Fox American Horror Story, la serie di Murphy e Falchuk recentemente candidata ai Golden Globes come miglior serie drammatica: il settimo episodio andato in onda ieri – dal titolo originale di Open House – vede sempre al centro la famigerata “Casa degli omicidi”, ma soprattutto le reazioni di chi la circonda al disperato tentativo degli Harmon di venderla.
Infatti, Vivien è a stretto contatto con Marcy, l’agente immobiliare incaricata di vendere la casa, e insieme organizzano il tour degli orrori per capire fino in fondo cosa nasconde la casa: per la quale sono arrivate alcune offerte come quelle di un ricco armeno e anche quella di Larry, che ha un obiettivo preciso su quella casa. E né lui, né Constance hanno intenzione che la casa venga distrutta. Intanto il rapporto tra Violet e Tate cresce. Episodio importante, scritto da Falchuk e diretto da Tim Hunter e posto a metà della stagione per scoprire una parte importante delle verità riguardo la casa maledetta, ma soprattutto a cosa serve negli interessi delle varie parti in causa.
Aperto dalla visita durante la quale Viv scopre di essere incinta di due gemelli (portandola poi a un sogno erotico che coinvolge il marito, il poliziotto e l’uomo di latex), Casa in vendita lega insieme i due cardini di ogni sogno piccolo borghese – casa e famiglia – arrivando a dare un senso al suo progetto fin dal titolo: il sogno americano diventa un incubo fatto di figli deviati, deformi (come Beau, il fratello di Tate e secondogenito di Constance), morti e risorti come fantasmi e la casa agisce da catalizzatore di tutte le forze. Causa primaria, come scopre Viv nel tour, è la storia di Nora e Charles Montgomery, il quale dopo la morte del figlio finisce ossessionato dall’idea di riportarlo creando un mostro con pezzi di altri bambini: quando la moglie vede l’orribile creatura ammazza il marito e se stessa costringendosi a vagare per sempre intorno alla casa (come si accorge anche Viv nello scoprire una vecchia foto, nel finale). E quella maledizione si è irradiata nei decenni, fino ad arrivare allo sfigurato Larry, intenzionato a comprare la casa per vivere finalmente il suo sogno d’amore con Constance, la donna di cui si è innamorato causando il suicidio della moglie coi figli: e anche Constance ha il suo interesse a tenere in piedi la casa, visto che la sua distruzione implicherebbe la perdita di contatto coi membri (morti) della sua famiglia. A contrastarli è Moira, che crede che il fascinoso miliardario voglia costruirla una piscina e farla finalmente passare a miglior vita scoprendo le sue ossa sepolte, ma le sue arti “affabulatorie” non bastano contro la speculazione: e così Moira, Constance e Larry si alleano per far fuori lo sfortunato signor Escandarian.
Si può rimproverare a questo episodio, alla serie in generale e al metodo Murphy che mettendo così tanti elementi non si riesca a tenere sempre la continuità: i personaggi a volte appaiono e scompaiono e alcune storyline restano sospese per alcuni episodi. Ma questo settimo episodio rivela i reali protagonisti della serie: i fantasmi o i loro contatti terreni che, per un motivo o per l’altro, hanno bisogno di proteggere la casa, difenderla dall’assalto dei vivi, per conservare i loro sogni di una vita “normale” e allo stesso tempo per poter chiudere una volta per tutte il loro ciclo sulla terra. Come una sorta di The Others molto meno classicheggiante, dalla regia nervosa e dal montaggio schizoide, con la parte da family-drama forse un po’ più debole, ma con una tensione strisciante che si sposa bene alle immagini e alle situazioni più disturbanti. Forse discutibile, ma per ora è una delle serie del 2011. Voi che ne pensate? E secondo voi come si evolverà la tensione (non vale chi ha visto le puntate in contemporanea con l’America)? Scrivetecelo, godetevi il promo dell’ottavo episodio e continuate a seguirci su Screenweek.