Prima de La cosa di John Carpenter, di cui a breve uscirà tra l’altro il prequel (arriva il 2 dicembre), ci fu La cosa da un altro mondo di Christian Nyby e, non accreditato, Howard Hawks, il classico sci-fi di cui vorrei parlarvi oggi.
Il film è tratto dal racconto di John W. Campbell “Who Goes There?”, di cui però utilizza solo la premessa, ovvero “gruppo di scienziati e militari trova un’astronave nel ghiaccio e viene terrorizzato dal suo occupante”. Che nel racconto è un alieno mutaforma, come nel remake di Carpenter, mentre nel film è una sorta di pianta umanoide, o “una carota intelligente”, come lo definisce un membro della spedizione. La cosa fu realizzato in un periodo, il primo dopoguerra, in cui c’era in America una forte disillusione nei confronti del potere della scienza. Giocando con forze che non potevano comprendere fino in fondo, gli scienziati avevano infatti creato la bomba atomica e portato morte e distruzione.
La parabola nel film di Nyby è Hawks è dunque evidente: meglio che alcune cose vengano lasciate sepolte, altrimenti si rischia di risvegliare pericoli incontrollabili. E’ curioso che si sia scelto di non utilizzare la natura di mutaforma dell’alieno: sarebbe stata perfetta come metafora della paranoia scatenata negli americani dalla Guerra Fredda, in cui dominava la paura del “comunista” capace di nascondersi in mezzo alla gente normale. Ma anche così, il mostro interpretato da James Arness funziona abbastanza bene: è un essere tanto simile a noi, eppure così diametralmente opposto. Un po’ come i russi.
Da notare che il film fu un grande successo al botteghino, ed ebbe la meglio su Ultimatum alla Terra, il nostro precedente “Pezzo di Cinema” che uscì lo stesso anno.
A seguire, il ritrovamento dell’astronave…