Attenzione, il seguente articolo contiene spoiler. Continuate a leggerlo a vostro rischio o solo se avete già visto gli episodi.
Come ogni venerdì dalla settimana scorsa continuane le vicende del Trono di spade, in onda su Sky Cinema 1 alla 21,10 dopo il trionfo americano su HBO. La seconda serata della serie, meglio conosciuta come Game of Thrones, ha trasmesso il terzo e il quarto episodio di questa prima stagione, ampliando l’affresco dei personaggi e degli eventi e preparando con tensione la guerra incombente, come l’inverno alla Barriera.
In Lord Snow, Lady Stark si allontana da Grande Inverno per indagare sull’assassinio di Arryn, sperando che nessuno la riconosca, mentre il marito Eddard s’insedia come primo cavaliere. Nel frattempo, Snow, il figlio bastardo di Eddard si fa notare come valoroso combattente. Ne Il giuramento, sta per giungere il momento in cui le reclute vengano assegnate alla barriera come Guardiani della notte, ma l’arrivo di una recluta imbranata rischia di rovinare i rapporti all’interno delle guardie; e mentre gli Stark cercano di capire chi abbia ucciso Arryn e perché, i fratelli Targaryen discutono per il potere da conquistare grazie ai Dothraki, del cui signore Drogo, Daenerys è incinta. Scritti dai creatori Benioff e Weiss con Bryan Cogman e diretti da Brian Kirk, gli episodi dopo la sfavillante presentazione proseguono con più cautela ma non meno cura nella descrizione dei personaggi e dei fattori in campo nel gioco dei troni, presentando personaggi all’apparenza minori ma soprattutto lavorando con l’atmosfera.
Gli episodi si reggono soprattutto su una doppia investigazione, una principale e una secondaria: la più importante vede ovviamente Eddard e Catelyn cercare di scoprire la verità sulla morte di Lord Arryn, per svelare una volta per tutte la corruzione dei Lannister e la connivenza di Re Robert. La daga che uccise il predecessore di Eddard appartiene al fido consigliere Lord Baelish che però l’ha persa al gioco contro Tyrion, ma senza prove non è facile incolparlo. Appare quindi come un gesto disperato quello di Catelyn, scoperta dal “folletto” in una taverna, che per evitare ritorsioni dai Lannister chiama a raccolta gli amici di famiglia e lo fa arrestare per cospirazione: disperato perché non sa che il fratello della regina ha da poco fatto visita al figlio Bran, sveglio ma paralizzato alle gambe, regalandogli un’attrezzatura per “riparare” al danno, e molto avventato perché Ned ha scoperto un importante segreto, ossia che attraverso ricerche genealogiche Lord Arryn ha scoperto che il figlio del fabbro è in realtà il bastardo di Baratheon. L’indagine minore è quella sul tentato omicidio del piccolo Stark, che però ancora non ricorda nulla per poter accusare Cersei e il gemello Jaime ma ha strane visioni in cui insegue un corvo col terzo occhio. Lateralmente alle questioni Stark/Lannister, c’è il crescente dissidio tra Daenerys e il fratello Viserys, un po’ geloso dello status di signora protetta e riverita della nuova Khaleesi (signora dei Dothraki) e un po’ impaziente di muovere guerra a Grande Inverno per riconquistare il Trono di spade: ma come può pensare di riuscire nel suo intento se la sorella e il suo re, ormai felice e “innamorato”, sembrano rivolgerglisi contro?
E questo introduce anche il secondo tema portante degli episodi e della serie tutta: la lotta per il potere, non tanto gli intrighi per raggiungerlo che comunque sono il carburante dell’intreccio, quanto la sua gestione, la pianificazione politica e bellica per poterlo sfruttare al meglio: esemplari in questo senso i dialoghi tra Cersei e il figlio Joffrey su come si mantiene il controllo su una rivolta o il consiglio dei cavalieri riguardo il torneo del re. E i dialoghi sono il fiore all’occhiello (con battute come “Tutti coloro che non sono noi, sono nemici”, dice Cersei al figlio o “Ho un debole per storpi, bastardi e cose spezzate” rivolta da Tyrion a Bran e Jon) di una sceneggiatura che sceglie di mantenere la calma, non esagerare in azioni e colpi di scena, e pensare al quadro generale, al senso complessivo del racconto, all’introduzione o all’approfondimento di personaggi che potrebbero diventare fondamentali come Jon Snow, Petyr Baelish e Syrio Forel il nuovo maestro d’armi di Arya (sul cui orrendo doppiaggio preferirei stendere un velo pietoso). E la regia, non essendoci grandi eventi, preferisce giocare in modo magistrale con la tensione, l’atmosfera strisciante che trasmette allo spettatore il senso della guerra incombente, dell’inverno in arrivo, dei mostri e della morte che aspetta di Guardiani a nord della barriera. Forse un rallentamento, ma non certo un passo indietro. E voi che ne pensate di questi episodi? Commentateli e continuate a seguirci sul blog seriale e su Episode39.