Ci sono molti e modi per raccontare in tv la crisi finanziaria: lo si può fare raccontando il passato come Mildred Pierce o la cronaca come in Too Big to Fail. Oppure scegliendo un originale punto di vista: quello che Dmitri Lipkin e Colette Burson raccontano in Hung, serie targata HBO (come i due prodotti citati in apertura) che racconta la recessione degli USA scegliendo come protagonista un professore di ginnastica (Thomas Jane, candidato a due Golden Globes) che, con lo spettro del licenziamento incombente, decide di sfruttare il suo segno particolare, ossia la sua particolare dotatura sessuale, diventando un rinomato gigolò. Ad aiutarlo c’è Tanya (Jane Adams, anche lei nominata al Globe), donna insicura col pallino dell’imprenditoria.
Dramedy lo chiamano in America, ossia a metà tra drama e comedy: e la definizione si addice perfettamente a una serie che racconta le disavventure di un prof che diventa prostituto, con tutte le goffaggini del caso, ma anche scrive un piccolo saggio sulla piccola impresa statunitense (nei conflitti tra Tanya e la subdola Lenore) e sul decadimento delle istituzioni quotidiane, come la famiglia o la scuola. Partito in sordina, in modo incerto ma sempre più sicuro nel corso degli episodi, Hung ha raggiunto nella terza stagione il piglio e il tono giusti, raccogliendo spunti di riflessione e ottimo intrattenimento, tra sesso ed economia. Magari non sarà nella storia della tv, ma è un altro colpo firmato HBO. E a voi piace? Ditecelo e continuate a seguirci su Episode39 e sul nostro blog.