ATTENZIONE: la recensione contiene degli SPOILER sulla trama.
Se si esclude la seconda parte del pilot, che aveva un certo ritmo, siamo contenti di poter dire che The Runaway – quinto episodio di questa prima stagione di Terra Nova – è probabilmente la puntata migliore della serie, almeno finora. Questo perché non si cercano di sfruttare cliché rubacchiati da prodotti altrui e perché, parlando dei Sixers e di ciò che forse nascondono, torna un personaggio molto promettente come Mira che garantisce quell’atmosfera che agli episodi precedenti mancava. Non si griderà al miracolo, ma miglioramenti ce ne sono.
La fuggitiva del titolo è una bambina, la piccola Leah Marcos, un’orfanella fuggita dai territori dei Sixers che Mira e i suoi rivogliono dietro, anche perché potrebbe rivelare qualcosa sul portale da loro aperto. Ma forse non è il solo motivo per cui la bambina è così importante. Scritto da Barbara Marshall e diretto da Jon Cassar, un episodio che pare far intravedere finalmente ciò che potrebbe essere Terra Nova, senza perdere tempo con puntate pretestuose sui luoghi comuni della fantascienza e cominciando a descrivere il contesto “sociale” dei personaggi e della serie.
Il cuore del conflitto tra i coloni e i Sixers è incarnato da Leah, questa bambina che sembra uscita da Aliens-Scontro finale e che rappresenta anche l’ambiguità del rapporto con i dissidenti: chi è il “cattivo”, Taylor – come dice la bambina – o Mira? E la bambina è un fuggitiva in cerca di riparo o un’infiltrata che vuole trafugare qualcosa? E soprattutto – ed è qui il fulcro del problema – quali sono le motivazioni di ognuno di loro? La famiglia: Leah deve rubare un misterioso contenitore per salvare il fratello prigioniero di Mira che a sua volta ha nel mirino Taylor per poter rivedere la figlia, bloccata nel 2149. Sono interessanti per comporre l’atmosfera che potrà risultare decisiva per gli episodi successivi, soprattutto frasi, gesti minimi, come la frase che Malcolm dice riguardo alle dittature, che cominciano facendo solo qualche domanda, e riferita proprio alla milizia che si appresta a un interrogatorio.
Il colpo della sceneggiatura – che si spera verrà mantenuto anche nelle prossime settimane – è proprio nel mettere germi di ambiguità attorno al militarismo che pare fondare la serie stessa (la promessa di Taylor di dare un’uniforme a Leah quando sarà maggiorenne) e al manicheismo dei personaggi, che dopo questa puntata cominciano a sfumare il proprio essere bianchi o neri, promettendo scintille (“La prossima volta sarà la guerra”, minaccia Taylor a Mira). E nonostante i dinosauri restino ancora accessori, usati per la suspense – come nella scena di Jim appeso a testa in giù – o problemi secondari come fossero zanzare più grosse e zannute, l’episodio funziona meglio anche perché apre ottimi spiragli futuri: cosa nasconde Taylor? Chi lo vuole morto e perché? E poi anche perché i ragazzi sono limitati al minimo indispensabile, per esempio Maddy che vomita al suo primo giorno di apprendistato medico. Se volete sapere come continua la serie e volete avere risposte alle domande, continuate a seguirci su Episode39 e sul nostro blog. Intanto gustatevi il promo del prossimo episodio.