Uno degli eventi più attesi di questa sesta edizione del Festival Internazionale del Film di Roma. Sto parlando della proiezione in anteprima di alcune scene di Hugo Cabret, l’attesissimo film diretto da Martin Scorsese, che per la prima volta nella sua carriera si è cimentato con la tecnologia del 3D.
L’evento si è tenuto nell’enorme sala Santa Cecilia dell’Auditorium di Roma e vi hanno partecipato il giovane protagonista del film Asa Butterfield, che interpreta proprio Hugo, lo scrittore Brian Selznick, autore del romanzo da cui è stato tratto la pellicola, ed infine Francesca Loschiavo, scenografa vincitrice di ben due Oscar con The Aviator sempre di Scorsese e Sweeney Todd.
Il tutto è iniziato con la lettura di alcuni passi del libro mentre sullo sfondo venivano proiettate alcune delle bellissime illustrazioni in bianco e nero presenti al suo interno (ne potete vedere alcune qui sotto).
Selznick ha detto di essersi ispirato alla figura di Georges Méliès, considerato il padre del cinema insieme ai fratelli Lumière, e presente simbolicamente anche nel libro e nel film (Padre Georges è interpretato da Ben Kingsley). In una fase iniziale della stesura, ha poi spiegato, era Hugo a trovare i pezzi dell’automa ed lui stesso li assemblava fino a farlo funzionare. Poi la storia gradualmente è stata modificata, aggiungendo anche le illustrazioni (nel libro sono circa 6×10 centimetri) che hanno il ruolo anche di narrare per immagini, rendere addirittura la lettura più fluida e soprattutto destare interesse per far girare fisicamente la pagina e continuare il libro. Grandi fonti di ispirazione sono stati anche Dickens e Truffaut, e lo scrittore ha ammesso di apprezzare particolarmente le storie con protagonisti orfani proprio perché sono loro ad essere al centro della storia e da loro dipende l’intera linea narrativa.
Dopo la lettura di un secondo passo tratto dall’inizio del romanzo, particolarmente importante perché parlava del ritrovamento dell’automa da parte di Hugo, del tentativo di suo padre di aggiustarlo ed infine della tragica morte dell’uomo. Sarà Hugo poi a tentare di aggiustare l’automa, e Salznick ha aggiunto di aver reso il suo personaggio così abile nelle arti manuali proprio perché lui stesso da bambino non lo era.
La parola è passata poi al giovane Asa Butterfield, visto nel recente Tata Matilda 2 ma conosciuto soprattutto per Il Bambino con il Pigiama a Righe. Solo 14 anni e può già vantare una collaborazione con un regista premio Oscar. Dopo aver superato numerosi provini e un’audizione a New York davanti al regista, Butterfield ha realmente compreso per chi avrebbe lavorato solo dopo essere stato ufficialmente scelto. L’emozione è stata grande, anche se poi ritrovarsi sul set con attori del calibro di Jude Law e Johnny Depp non sembra avergli dato alla testa. Ha stretto un rapporto di amicizia con l’altra protagonista, Chloe Moretz (Kick-Ass), e lavorato molto duramente. “È stata dura sul set, ma ogni giorno ho cercato di impegnarmi a fondo nonostante non sembrava esserci mai fine. Basta crederci ed i risultati poi arrivano” ha raccontato al pubblico in sala.
Siamo passati poi alla proiezione delle scene in anteprima, o meglio dellA scenA in anteprima. I 15 minuti promessi, come per Breaking Dawn, si sono ridotti a circa 5 minuti, seguiti dalla proiezione di un backstage, da un saluto di Martin Scorsese e dal trailer del film.
Lasciando da parte le polemiche (sembra che ci siano stati problemi con il materiale in arrivo), la scena proiettata è una delle sequenze chiave della pellicola. Alcuni frammenti li abbiamo visti sparsi per il trailer, ma l’intera sequenza inizia con Isabelle (Moretz) in fuga nella stazione di Parigi. Ad un certo punto cade e sarà proprio Hugo ad aiutarla a rialzarsi. Mentre si rimette in piedi le spunta dal maglione un ciondolo a forma di chiave-cuore che salta subito agli occhi di Hugo.
Inizialmente la ragazza non apprezza l’interessamento di Hugo verso l’oggetto, ma poi la porta nel laboratorio dove è custodito l’automa che il padre stava aggiustando prima di morire. “Sembra triste!” dice la ragazza, e Hugo le risponde “È triste perché vuole tornare a funzionare“. L’umanoide di metallo ha una serratura proprio della stessa forma del ciondolo di Isabelle, e una volta inserito e caricata la molla, l’automa per la prima volta inizia a funzionare. I suoi ingranaggi si mettono lentamente in modo in modo molto armonico, e la mano meccanica dell’automa, dopo aver intinto la penna che tiene in mano nel calamaio, comincia a scrivere alcune lettere seguendo uno schema circolare. Fine.
Due cose mi hanno particolarmente colpito della sequenza. Il modo con cui il robot è stato ricostruito, davvero splendido, e soprattutto il momento ed il modo con cui si mette in moto: vi assicuro che regala non poche emozioni, aiutato da una splendida colonna sonora (che tuttavia non so se sia quelle definitiva, anche se parrebbe di sì).
Secondo aspetto, non meno importate: il 3D. Quando ho saputo che Scorsese si sarebbe cimentato con la terza dimensione, ero certo che ne avrebbe curato ogni minimo dettaglio. Eppure qualcosa continuava a non convincermi, come se dovessi aspettarmi qualcosa francamente di inutile sul grande schermo (mi veniva in mente come sarebbe potuto essere un ipotetico Gangs of New York 3D).
Vi posso assicurare che una profondità del genere non l’ho mai vista in una pellicola. Certo, è stata presentata una scena particolarmente adatta, ma a livello qualitativo siamo dalle parti di Avatar se non di più, e non sto scherzando. Ogni frame è costituito da molteplici livelli di profondità, e pare davvero che lo schermo sia molto profondo (più che invece le immagini ad uscire).
La cura per i dettagli è eccellente, e ha confermato il tutto anche Franscesca Loschiavo. Hanno ricostruito i set documentandosi per mesi e riempiendoli con tonnellate di materiali e oggetti di scena che riempivano quattro magazzini. Per la stazione ad esempio non è stata replicata una delle quattro stazioni di Parigi, ma sono stati presi dettagli da ognuna e ne è stata ricreata una interamente.
“Era la prima volta in cui tutti lavoravamo ad un film in 3D” ha continuato la scenografa, e per questo è stato più complicato realizzare i set, prestando grande attenzione alla posizione di ogni singolo oggetto per non falsare la profondità della scena. Inoltre i colori devono essere diversi, più forti, ma allo stesso tempo hanno dovuto evitare il rosso ed il verde deciso per rispettare l’intero stile visivo che Scorsese aveva in mente.
Un lavoro particolarmente impegnativo, che continua anche nella fase di post-produzione. Infatti le riprese sono terminate a gennaio mentre la pellicola uscirà nelle sale americane tra tre settimane. Sarà uno dei prossimi contendenti agli Oscar? Certamente una nuova nomination per la Miglior Scenografia non gliela toglie nessuno, per non parlare delle altre categorie tecniche. Per il resto dobbiamo attendere le prime recensioni che arriveranno dagli Stati Uniti, visto che nessuno ha visto fino ad oggi la pellicola nella sua versione completa. Ma la speranza è che Scorsese possa regalarci un nuovo capolavoro.
Hugo Cabret, ispirato al romanzo di Brian Selznick The Invention of Hugo Cabret ha come protagonisti Asa Butterfield, Chloe Moretz, Ben Kingsley, Sacha Baron Cohen, Jude Law, Ray Winstone, Christopher Lee, Richard Griffiths, Helen McCrory, Emily Mortimer e ci sarà anche un cameo di Johnny Depp. Il film arriverà nelle sale italiane il 3 febbraio 2012. Per maggiori informazioni potete consultare le nostre News dal Blog.
Fonte: Screenweek