Ringer, la recensione del pilot

Ringer, la recensione del pilot

Di Cristiano

Quando una vera e propria leggenda della televisione torna sul piccolo schermo, dopo una attesa talaltro lunghissima, è chiaro che le aspettative siano molto alte. Specialmente se parliamo di una certa Sarah Michelle Gellar che, per sette anni, è stata protagonista di uno dei più grandi cult che la televisione abbia mai conosciuto:  Buffy The Vampire Slayer.

Dopo la fine del serial, nel 2003, la Gellar aveva tentato il salto verso il grande schermo. Se però durante i sette anni di Buffy  si era vista costretta a rifiutare una serie di ghiottissimi ruoli, le offerte dopo la fine del serial sono arrivate, sì, ma nella maggior parte dei casi si è trattato di piccoli film indipendenti. Una cosa è certa però: nell’ambiente Sarah Michelle Gellar  è conosciuta come una delle migliori attrici, e quindi è un sollievo che sia tornata a quello che era il suo “habitat” naturale.

Scegliere il nuovo progetto non è stato facile. Sarah ci aveva già provato qualche anno fa con un pilot per la HBO, che poi si era vista costretta a rifiutare per dedicarsi completamente alla gravidanza, ma è solo con Ringer che l’attrice – conosciuta al cinema in film come Scream 2, Southland Tales e soprattutto il cult Cruel Intentions – si è definitivamente decisa a tornare in tv. Come ha ampiamente asserito nelle tante interviste rilasciate per la promozione del serial, a rendere cauta la Gellar è stata proprio l’eredità che si portava sulle spalle: un personaggio come Buffy, con cui un’intera generazione è cresciuta (ed io sono uno di questi fortunati), poteva rappresentare un impedimento.. ma la Gellar si è dimostrata estremamente intelligente nel prendere una decisione ponderata e scegliere di tornare in un serial come Ringer .

Da fan di Buffy, ve lo dico subito: mettete da parte Buffy. Ringer non è Buffy. Ringer non è una epopea umana “travestita” di soprannaturale, Ringer è un thriller drama che non ha alcuna pretesa etica o dietrologia che dir si voglia. Dimenticatevi soprattutto di Buffy il personaggio, quel character forte a cui tutti ci siamo ispirati almeno una volta nella vita. I due personaggi che la Gellar interpreta in Ringer sono ‘umani’, e tanto fragili e ‘difettosi’ quanto appunto un essere umano può essere.

Bridget è sobria da sei mesi e sta finalmente voltando pagina quando diventa testimone di un omicidio. Nonostante l’agente dell’FBI Victor Machado le abbia assicurato assoluta protezione, Bridget sa che la sua vita è in pericolo e decide quindi di scappare e andare a New York, scomparendo senza lasciare traccia. Nella Grande Mela, Bridget si riunisce con la sua gemella, Siobhan. Agiata, ricca e sposata con l’avvenente Andrew Martin, Siobhan vive quella che sembra una favola – una vita nella quale nessuno è a conoscenza dell’esistenza di Bridget. Le sorelle sembrano ristabilire un contatto, ma ad un certo punto Siobhan scompare misteriosamente, e Bridget prende l’istintiva decisione di assumere l’identità della sorella, il che la porterà a scoprire dei segreti scioccanti, non solo sulla sorella e sul suo matrimonio, ma anche sulla migliore amica Gemma e su suo marito, Henry. E quando qualcuno prova ad ucciderla nell’appartamento della sorella, Bridget si rende conto di non essere più al sicuro ora di quanto non lo fosse prima. Negli istanti finali della puntata scopriamo che ad aver commissionato l’omicidio di Bridget è stata niente di meno che Siobhan, al sicuro a Parigi, che quindi non è morta..

Una delle scene più belle della puntata, che vede allo speccio Siobhan e Brdiget, riassume perfettamente il pilota di questo serial. Ringer  non è altro che un gioco di specchi. Protagoniste sono le due gemelle Bridget e Siobhan che sono tanto differenti all’interno quanto uguali all’esterno, e Sarah Michelle Gellar è riuscita nella difficilissima impresa di dare consistenza ed identità ad entrambe. Tra le due Bridget è quella più fragile e sembra essere quella più compromessa, mentre Siobhan è quella apparentemente più integra.. ma l’apparenza inganna, come si suol dire, e alla fine i due ruoli sono invertiti. Bridget, che si ritrova a fare i conti con i “cocci” della vita della sorella (un matrimonio fallito, una relazione extra-coniugale col compagno della migliore amica), cerca di redimere la sorella costruendosi una parvenza di vita (sfuggendo ai suoi, di problemi); mentre Siobhan, quella con la vita apparentemente perfetta, è quella che fugge.. e, senza scrupoli, commissiona l’omicidio della gemella. Chiaramente dietro, come nei migliori rapporti familiari tormentati, c’è tanto di non detto.. c’è un segreto che lega e separa allo stesso tempo le due gemelle. Essendo interpretate entrambe dalla Gellar , per ovvi motivi, non ci sono problemi di chemistry sullo schermo: Siobhan e Bridget sono due entità separate, che pure si compensano l’una con l’altra, a tal punto che ci si dimentica di trovarsi davanti ad un “trucco”.. si, Sarah Michelle Gellar è talmente brava a regalare le giuste sfumature ad ognuna delle due sorelle che è difficile credere che siano interpretate dalla stessa attrice.

Non ci sono dubbi che la Gellar sia l’indiscussa protagonista di Ringer , ma è anche vero che il serial offre una serie di personaggi comprimari molto interessati, interpretati da un ottimo gruppo di attori, su cui ovviamente spicca Nestor Carbonell: il suo agente Victor Machado è credibile e ambiguo quanto ci si aspetta da un serial thriller.

Ovviamente da un mistery/thriller ci si aspetta soprattutto una trama intrigante, e Ringer  tiene incollati dalla prima all’ultima scena, con quella travolgente atmosfera noir che pervade l’intero episodio. Non c’è nulla di farlocco, niente di volutamente esagerato. La tensione naturalmente si dipana nei quaranta minuti del pilot. Senza scoprire tutte le sue carte, il pilot di Ringer  presenta egregiamente quelle che sono le premesse dello show al punto che, a fine episodio,  ci si scopre già dipendenti.

Ottima la colonna sonora, indie e curata, e bellissima la fotografia – cinematografica e molto artistica in alcuni punti. C’è qualche imperfezione tecnica: in alcuni punti è chiarissimo un utilizzo grossolano del green screen, che rende il tutto troppo artificioso, ma essendo un pilot sono errori permissibili (il budget stanziato per i pilot non è mai troppo alto).

Ad essere sinceri Ringer ha pochi eguali tra i nuovi serial in partenza questa stagione: scritto e recitato bene, ha una trama intrigante e ‘serializzata’ che conquista dal primo all’ultimo secondo. Quando arriva la settimana prossima?

Il pilot di Ringer è stato seguito da 2.740.000 di telespettatori, con un rating dell’1.2 nella fascia d’età di 18-40. E’ il miglior risultato che la CW ha realizzato il Martedì alle 21 da tre anni a questa parte. Essendo la CW un network che ha un pubblico di teenager e per cui Ringer  rappresenta una “svolta”, direi che è un ottimo risultato.

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