Ecco come la Disney ha riconvertito in 3D Il Re Leone

Ecco come la Disney ha riconvertito in 3D Il Re Leone

Di Leotruman

Il Re Leone, il classico dell’animazione diretto da Rob Minkoff (regista anche di Stuart Little) e Roger Allers e prodotto dalla Walt Disney Pictures, sta per tornare nelle sale di tutto il mondo, anche in quelle italiane.

L’11 novembre infatti potremo rivedere le avventure di Simba sul grande schermo a 17 anni dalla sua uscita (era il 1994) e per la prima volta potremo apprezzare la pellicola nel formato 3D.

Questo perché è diverso tempo che la Disney sta portando avanti un minuzioso processo di riconversione tridimensionale. Una delle difficoltà maggiori rispetto a conversioni quasi “automatiche” di pellicole già girate nel formato digitale è costituita dal fatto che Il Re Leone è ancora un cartoon disegnato “a mano” con solamente l’ausilio dei computer.

Per questo la riconversione è stata effettuata fotogramma per fotogramma. Per spiegare questo complicato processo in attesa che il film esca nelle sale e per tranquillizzare tutti i fan della pellicola sull’elevata qualità del processo di riconversione, ecco alcune immagini esemplificative unite ad un’intervista fatta allo stereografo Robert Neuman.

Si tratta di due fotogrammi del cartoon su cui è stata disegnata una “Mappa della Profondità” da Neuman, che ha supervisionato la riconversione. I numeri positivi si riferiscono alla quantità di pixel dell’immagine che verrà fuori dello schermo mentre i numeri negativi si riferiscono alla quantità di pixel creeranno la profondità 3D di alcune immagini:

Il tutto viene poi elaborato assegnato una determinata profondità ad una specifica tonalità di grigio. Più è scura l’immagine più è lontana, mentre più è chiara più si avrà l’illusione che l’immagine sia vicina allo spettatore:

Chi ha potuto vedere in anteprima alcune scene, come alcuni blogger americani in occasione dell’anteprima di Cars 2, hanno sottolineato il fatto di come Il Re Leone sia naturalmente predisposto al formato in tre dimensioni e il ventaglio di gradi di profondità sembra essere davvero molto ampio. Inoltre la luminosità e la chiarezza delle immagini sono molto elevate, nonostante alcuni piccoli problemi come ad esempio nelle scene di volo (in questo caso la CG attuale rimane avvantaggiata).

Ecco alcune domande e risposta fatte a Robert Neuman per aiutarci a capire il meccanismo della riconversione:

Cosa fa realmente uno stereografo?
Il ruolo di uno stereografo è seguire tutti gli aspetti 3D della direzione della fotografia. Ho progettato la nuova versione 3D del film, incluso l’aspetto dei personaggi in 3D, cosa doveva stare in primo piano e cosa doveva stare lontano, e come sarà il 3D quando lo vedranno gli spettatori. Ho trovato anche un modo per valorizzare la narrazione attraverso l’aggiunta di profondità, che era di importanza vitale.

Cosa aggiunge la riconversione in 3D ad un classico di animazione come Il Re Leone?
Dal mio punto di vista l’aspetto più importante di un film rimane sempre la storia. Ero sicuro che con il 3D,avremmo aggiungo qualcosa di più al modo di raccontare questa storia. Altrimenti non mi sarei stato interessato al progetto. Sapevo che potevamo prendere un classico come Il Re Leone e migliorarlo, ed è quello che abbiamo fatto con questa nuova versione.

Come si può utilizzare la profondità come strumento narrativo?
Il mio approccio è stato quello di creare uno schema di profondità, proprio come un compositore crea uno spartito musicale. Un compositore utilizza i crescendo e i diminuendo per accompagnare il contenuto emotivo del film. Ho cercato di fare la stessa cosa con la profondità nel film (vedi immagine sopra)

E come è stato possibile?
Ho creato una mappa per tutta la story-board del film e ho codificato la mappa con una scala da uno a dieci. Al livello più basso stavano le scene con contenuto emotivo minimo, come una scena descrittiva. Al livello dieci c’erano le scene con contenuto emotivo molto elevato, come una grossa scena d’azione o una svolta decisiva. E’ la mia “sceneggiatura della profondità”.

Poi ho equiparato la profondità emotiva con quella stereoscopica. In pratica le scene che nella mappa emotiva avevano “10” ottenevano la profondità massima, quelle con “1” avevano profondità minima. Se in una scena lo spettatore deve sentirsi distaccato dal personaggio, io posizionavo questo personaggio il più lontano possibile sullo sfondo, e viceversa. In questo modo il 3D non è stato utilizzato a caso ma è effettivamente parte della narrazione.

Quali altri compiti hai avuto come stereografo?
Uno dei miei compiti è anche controllare la qualità della visuale 3D ed il comfort degli spettatori nel vedere il film. Ci sono molti film 3D che non prendono in considerazione questo aspetto: infatti bisogna mantenere una continuità nella profondità, inquadratura dopo inquadratura, senza stancare gli occhi durante le scene d’azione.

Quanto tempo avete impiegato a convertire il film in 3D?
Circa quattro mesi, con un team di 60 artisti oltre a me e ad altri quattro supervisori.

Qual è stato il primo passo nella conversione?
Il nostro team di tecnici ha dovuto come prima cosa de-archiviare l’intero film originale. Il Re Leone è stato uno dei primissimi film ad essere creati con un sistema di inchiostri “digitali” in un sistema di colorazione sviluppato dalla Disney che venne chiamato CAPS. Prima di questo sistema, tutto doveva essere dipinto a mano e fotografato su più livelli. Il team ha convertito il vecchio sistema in immagini digitali che potessimo utilizzare per poter poi iniziare la riconversione.

Qual è stata la scena più difficile da convertire in 3D?
La corsa degli gnu nella valle. C’erano moltissimi effetti ed elementi aggiuntivi in quella sequenza oltre a moltissimi gnu da gestire. Abbiamo inoltre scoperto che alcuni personaggi erano più difficili da gestire di altri: il design di Zazu ad esempio sono state molto problematiche, a causa delle parti spigolose del suo becco, delle ali e della  suacoda. I dettagli angolosi e spigolosi sono decisamente più difficili da gestire rispetto agli elementi più morbidi di altri personaggi come Simba e Mufasa.

La versione cinematografica 3D sarà la stessa che vedremo in Blu-Ray Disc?
E’ praticamente la stessa, ma abbiamo dovuto ritoccare e avvicinare un po’ la versione home video perché lo schermo televisivo non è grande come quello cinematografico. Abbiamo preso le immagini finali e poi le abbiamo avvicinate di qualche pixel.

Quanto sono stati coinvolti i filmmaker originali?
Una delle cose grandiose del lavorare a questo progetto è stato il fatto che abbiamo potuto contattare i registi originali. Roger Allers e Rob Minkoff, oltre al produttore Don Hahn: sono stati davvero molto collaborativi!

Vedremo prossimamente anche altri classici Disney riconvertiti?

E’ certamente una possibilità ma non sono ancora state prese decisioni certe. Io penso che sarebbe fantastico convertire e riportare sullo schermo Biancaneve ed i Sette Nani e spero proprio questo progetto mi possa venir affidato in futuro.

Per tutte le informazioni sul film potete cliccare sul riquadro qui sotto o potete andare a curiosare sulla pagina Facebook ufficiale del film, che trovate a questo link.

Vi ricordo inoltre che Disney ha i suoi canali ufficiali su YouTube: Walt Disney Studios IT e Cinema e Cinema! Visitali per non perdere tutte le ultime video-novità targate Walt Disney Pictures!

Fonte: Collider

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