Dobbiamo ringraziare il magico mondo delle beghe legali se possiamo sfoggiare Il ritorno dei morti viventi nella nostra videoteca. Facciamo un passo indietro prima (flashback, direbbero i cineasti): in questo odierno appuntamento appuntamento con Pezzi di cinema, proseguiamo nel parlarvi dei lavori di Dan O’Bannon con un film che non è altro se non una pellicola stile Troma girata con un bel po’ più di soldi. Ma questa non vuole essere una critica, anzi: adoro personalmente i film di Lloyd Kaufman e userò questa rubrica per parlarne, in futuro. La frase significa semplicemente che Il ritorno dei morti viventi è una versione horror-comico-demenziale dell’universo dei Morti Viventi creato da George A. Romero e dallo sceneggiatore John Russo ne La notte dei morti viventi, film seminale in tutti i sensi.
Tornando alle beghe legali, è proprio dal divorzio creativo tra Romero e Russo che nasce Il ritorno dei morti viventi. Il risultato migliore di una separazione che più avanti ci avrebbe anche regalato il deprecabile rimontaggio de La notte, voluto da Russo e spacciato come l’edizione del trentennale del capolavoro di Romero. Evitatelo come la peste! Il ritorno deriva invece da un racconto scritto da Russo, che aveva detenuto i diritti dei titoli con le parole “Living Dead”, tanto è vero che i successivi capitolo della saga di Romero si chiamano tutti “…of the Dead”, ci avevate fatto caso?
Quando O’Bannon sale a bordo del progetto, lo fa per sostituire Tobe Hooper, che avrebbe dovuto inizialmente realizzare la pellicola in 3D (ma pensa, anche allora…). O’Bannon accetta di dirigere a patto di poter riscrivere totalmente la sceneggiatura: ne esce qualcosa di totalmente diverso dal racconto di John Russo, e il regista spinge sul pedale dell’umorismo per differenziare il suo film da quelli di Romero. Così gli zombie sono piuttosto veloci, parlano (la loro parola preferita è “Cervelli”, pronunciata con malcelata libidine) e sono molto più intelligenti di quelli romeriani. Basti citare la scena in cui, dopo aver trovato un’ambulanza e aver pasteggiato con gli occupanti, i morti viventi chiamano alla radio l’ospedale e chiedono “Mandate. Più. Paramedici”.
Insomma, O’Bannon ha la geniale idea di infondere alla saga horror più catastrofica di sempre una bella dose di commedia slapstick, e così rende la sua pellicola memorabile molto più degli innumerevoli emuli di papà Romero. Davvero ammirevole.
A seguire, ben due clip, perché sono brevi brevi. La prossima volta, proseguiamo con gli zombi!