La nostra rubrica Cinema e Pirati sta volgendo alla sua meritata conclusione: domani uscirà infatti Pirati dei Caraibi: Oltre i confini del mare in tutta Italia. Dopo avervi parlato de La Maledizione della Prima Luna, Captain Blood, Hook – Capitan Uncino, Pirati, La Maledizione del Forziere Fantasma, Le avventure di Peter Pan, I Goonies, I Muppet nell’isola del tesoro, Pirati dei Caraibi – Ai confini del mondo, Capitan Harlock e Master and Commander: Sfida ai confini del mare, in questo penultimo appuntamento trattiamo un film che coi pirati ha poco a che fare, tranne che per una singola, geniale sequenza: Monty Python – Il senso della vita.
Saprete sicuramente chi sono i Monty Python, un gruppo di rivoluzionari comici inglesi che, alla fine degli anni Sessanta, si fecero conoscere attraverso una trasmissione TV di sketch fulminanti e surreali, nota come Flying Circus. I Python hanno poi realizzato quattro film per il grande schermo, due con una struttura da film classico (Monty Python e il sacro Graal e Brian di Nazareth) e due che invece riprendevano la natura episodica della serie, E ora qualcosa di completamente diverso e, appunto, Il senso della vita. Un film che, l’avrete capito, cerca di rispondere ad alcune annose domande, come “Chi siamo” e “Perché siamo qui”. Di dare, insomma, il senso della vita.
La pellicola si apre, dicevamo, con una sequenza diretta da Terry Gilliam che da sola varrebbe il prezzo dell’acquisto: The Crimson Permanent Assurance, questo il titolo di un vero e proprio cortometraggio praticamente slegato dal film, in cui un gruppo di anziani impiegati dell’omonima compagnia di assicurazioni si ribella ai propri capi yuppie e prende il controllo della società. Gli impiegati assumono le identità di pirati, e il palazzo che contiene la società si trasforma dunque in una nave che salpa attraverso le giungle di vetro e cemento, alla ricerca di nuove compagnie da depredare. La prima vittima è la Very Big Corporation of America, ma altre ne seguono, finché la “nave” non precipita giù per il dirupo che si trova alla fine del mondo.
Visivamente, la sequenza è eccezionale, ricca di un’inventiva che i fan dei Python riconosceranno sicuramente come tipica del sestetto di comici, nonché del cinema di Terry Gilliam. In pochi minuti, il regista – unico americano del gruppo – coglie alla perfezione il tono avventuroso e scanzonato delle storie piratesche, anche se la sua particolare vicenda si ambienta in uno scenario totalmente fantastico e allegorico.
Alla sequenza di Gilliam, che riportiamo qui sotto, segue un film che coi pirati non ha nulla a che fare, ma che vi consigliamo caldamente di recuperare, se non l’avete mai visto: soprattutto perché offre una visione del mondo allo stesso tempo esilarante ma viscerale e autentica, e poi perché è ricco di sketch che fanno davvero tanto, tanto ridere. Buoni Pirati!