Lui è orfano di entrambi i genitori, morti in un incidente stradale che lo ha portato anche per alcune settimane in coma. Ha lasciato la scuola, non ha amici che lo vengono a cercare, vive con la zia e per passare il tempo frequenta funerali di sconosciuti. E’ proprio durante uno di questi che il suo sguardo si incrocia con quello di lei. Occhi sbarazzini, un sorriso a cui basta un fotogramma per conquistare , una ragazza che emana allegria perché è di questo che ha deciso di vivere: ha un tumore al cervello ed entro tre mesi morirà. Sono due “strani”, si innamorano, vivono la felicità del momento come quotidianità da non perdere, sono “restless“, (ma il titolo ha il pregio di rifererirsi anche al rapporto che i due protagonisti hanno con i morti).
Questa la triste cornice triste di un film d’amore che cerca, nonostante tutto, di trasmettere gioia. Solo un animo sensibile come Gus Van Sant, sempre in grado di trattare i sentimenti giovanili con uno sguardo dolce e frontale allo stesso tempo, senza semplificazioni o voglia di giudicare, a suo modo unico nel panorama del cinema contemporaneo (basto pensare a film tanto diversi, quanto uniti nella scelta del punto di vista come Will Hunting, Paranoid Park, Elephant e Scoprendo Forrester) poteva realizzare un film del genere. Nessuna parola è mai fuori posto, il film procede sui binari di una narrazione classica (amore, incomprensioni e ricongiungimento finale prima dell’atteso punto finale), toccando le corde dei cuori che sono pronti ad emozionarsi per un disegno a matita realizzato appoggiati ad un albero o per una fuga mano nella mano alla ricerca di un rifugio nel bosco dove fare l’amore.
Mia Wasikowska fa quattro su quattro. Se Alice in Wonderland le ha dato popolarità mondiale, nonostante non si possa di certo reputare uno dei migliori film di Tim Burton, I ragazzi stanno bene, Jane Eyre e questo Restless sono pellicole in grado di ergerla già d’ora come una delle più promettenti attrici intorno ai vent’anni d’età. Le scelte fanno la fortuna di un’interprete, lei non ne sta sbagliando una. A Cannes, dove Restless è stato presentato per aprire la sezione Un Certain Regard, ha la sfortuna di non potere competere per la Palma d’oro per la migliore interpretazione femminile. Si rifarà.
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