Cose da Pirati: Tortuga

Pubblicato il 17 marzo 2011 di Marco Triolo

Proseguiamo il nostro viaggio nel mondo dei Pirati dei Caraibi, che ci porterà fino all’uscita del quarto film della saga, Pirati dei Caraibi: Oltre i confini del mare, previsto per il 18 maggio. Vi ricordiamo anche le altre nostre rubriche, i film di pirati, i personaggi e i video tratti dalla saga.

La volta scorsa ci siamo chiesti “cos’è un pirata senza la sua nave?”. Oggi rilanciamo la domanda: cos’è un pirata senza Tortuga? La Isla Tortuga è un luogo geografico reale, una delle isole di Haiti, nei Caraibi. Un luogo paradisiaco di recente purtroppo funestato da un terribile terremoto. Ma nel 17° Secolo, Tortuga era la Mecca dei pirati, il rifugio per eccellenza.

Scoperta nel 1493, durante il primo viaggio di Cristoforo Colombo in America, fu chiamata dall’esploratore genovese Santa Ana, e inizialmente popolata da coloni spagnoli. In seguito giunsero inglesi e francesi, che intorno al 1629 furono debellati dagli Spagnoli, guidati da Don Fadrique de Toledo. Gli spagnoli fortificarono dunque l’isola, ma in breve l’esercito iniziò ad abbandonarla per sradicare i coloni francesi anche dalla vicina isola di Hispaniola, e così i francesi tornarono all’attacco e nel 1630 costruirono Fort de Rocher.

Dal 1630, Tortuga fu divisa tra colonie francesi e inglesi, con periodici contrattacchi degli spagnoli che, nel 1635 e nel 1638, tornarono per tentare ancora di soggiogare o cacciare i coloni spagnoli, inglesi e i nuovi arrivati, gli olandesi. Ma sempre senza successo. Nel frattempo, il fiorire di queste colonie portò i bucanieri europei a Tortuga, che elessero base delle operazioni. Verso il 1640, i pirati iniziarono a definirsi i “Fratelli della Costa”: la popolazione dei pirati era composta prevalentemente di francesi e inglesi, con qualche olandese. Nel 1645, il governatore francese “importò” circa 1650 prostitute per calmare i bollenti spiriti dei bucanieri.

L’era dei bucanieri tramontò negli ultimi decenni del secolo, a partire dal 1670, quando il pirata gallese Henry Morgan iniziò a invitare i pirati a Tortuga, con la proposta di lavorare sotto il suo vessillo. All’epoca, i pirati lavoravano praticamente per la Francia, che li usava per avere maggiore controllo sulla regione dei Caraibi, ma nel 1680, un atto del Parlamento impedì la navigazione sotto bandiere straniere, e così facendo si pose fine per sempre all’era della pirateria europea. Il colpo di grazia arrivò con il Trattato di Ratisbona del 1684, che rese ufficiale la fine dei bucanieri: buona parte di questi ultimi fu ingaggiata nella marina per scovare i loro vecchi compari.

Nella saga dei Pirati dei Caraibi, Tortuga appare proprio nelle vesti di rifugio, porto franco, luogo in cui nascondersi o reclutare nuovi uomini per nuove missioni. L’isola è fuori dalla giurisdizione della Royal Navy inglese e della East India Trading Company. E’ lì che Jack Sparrow e Will Turner cercano un equipaggio per dare la caccia a Barbossa, arrivando a ormeggiare la nave della marina Interceptor. Ed è sempre lì che Jack torna per reclutare novantanove marinai per pagare il suo debito a Davy Jones, a loro insaputa. Infine, Jack e Gibbs vengono abbandonati a Tortuga da Barbossa, che alla fine di Pirati dei Caraibi: Ai confini del mondo spinge l’equipaggio della Perla Nera all’ammutinamento.

La prossima settimana, salperemo nuovamente per mare a bordo di un’altra nave leggendaria, l’Olandese Voltante!

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