Cose da Pirati: il Kraken

Pubblicato il 31 marzo 2011 di Marco Triolo

Dopo aver fatto proprio ieri la conoscenza con il simpatico Hector Barbossa, oggi andiamo a scoprire una nuova “cosa” da pirati… il Kraken!

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Un nome mitologico, una bestia gigante che spesso fa la sua apparizione nella narrativa fantastica: ma che cos’è il Kraken? Leggenda vuole che si tratti di un gigantesco animale sottomarino, descritto talvolta come un granchio enorme e a volte come una piovra, capace di affondare le navi con i suoi tentacoli e ancora di più col risucchio causato dalle sue rapide discese negli abissi. E’ facile capire come una tale leggenda possa essere nata dagli avvistamenti, rari ma possibili, di calamari giganti giunti in superficie dagli abissi oceanici. Oggi sappiamo che si tratta di cefalopodi di grandi dimensioni, tra i 13 e i 15 metri, ma è evidente che il marinaio norvegese del Tredicesimo Secolo non avrebbe mai potuto concepire una bestia simile senza ricorrere alla fantasia.

A descrivere ampiamente il Kraken ci pensò il vescovo della città norvegese di Bergen, Erik Pontoppidan, che nella sua “Storia naturale della Norvegia” (1752-53) scrisse: “Si dice che se [il Kraken] afferrasse la più grande nave da guerra, potrebbe trascinarla nel fondo dell’oceano”. Lo svedese Jacob Wallenberg, nel suo libro “Min son på galejan” (ovvero, “Figlio mio sulla galera”), scrive invece:

“…Kraken, il cosiddetto Pesce-granchio […] sta sul fondo del mare, circondato costantemente da innumerevoli piccoli pesci, che gli fanno da cibo e che lui a sua volta nutre. Il suo pasto, se ricordo bene quello che scrive E. Pontoppidan, dura non più di tre mesi, e altri tre servono alla digestione. I suoi escrementi nutrono quindi un esercito di pesci inferiori, e per questa ragione i pescatori si affollano intorno ai luoghi in cui esso riposa. […] Gradatamente, il Kraken ascende alla superficie, e quando si trova a dieci o dodici braccia, è meglio che le navi si allontanino, perché in breve farà irruzione in superficie come un’isola galleggiante, spruzzando acqua dalle sue terribili narici e causando intorno a sé anelli di onde, che possono raggiungere molte miglia. Possiamo forse dubitare che si tratti del Leviatano di Giobbe?”.

Una descrizione davvero spaventosa, capace di gettare nello sconforto i cuori dei marinai, soprattutto per il suo riferimento al Leviatano, un mostro biblico che dovrebbe affiorare dal mare alla fine dei tempi. Un altro illustre riferimento al Kraken lo si ha in un poema di Alfred Tennyson, per l’appunto intitolato “The Kraken”, dove ancora si fa un parallelo con il Leviatano biblico. L’Ottocento è anche il secolo in cui le leggende iniziano a tremare di fronte alla scienza, dopo la scoperta dei calamari giganti. Jules Verne fonde abilmente leggenda e scienza in “Ventimila leghe sotto i mari”, dove descrive, appunto, il calamaro gigante alle prese col Nautilus.

In Pirati dei Caraibi: La maledizione del forziere fantasma, il Kraken è rappresentato come un mostruoso ammasso di tentacoli, e affronta in uno scontro corpo a corpo Jack Sparrow. Il Kraken è sostanzialmente un enorme segugio, che dà la caccia a Sparrow da quando questi ha mancato di pagare il suo debito di sangue a Davy Jones. Il duello tra il pirata e il mostro è una delle punte più spettacolari di tutta la saga dei Pirati Disney.

Nel prossimo appuntamento… si parla del Parley!

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