Citando una condotta morale depravata e le dichiarazioni e le offese fatte da Charlie Sheen al creatore di Due uomini e mezzo Chuck Lorre, la Warner Bros. Television e la CBS hanno infine deciso di licenziare l’attore dalla sit-com di maggiore successo della televisione americana. Uno show che fa circa 14 milioni di spettatori a puntata ed è giunto all’ottava stagione trainato da un successo inarrestabile. Dunque, se Warner e CBS hanno deciso che fosse il caso di mandare via la star più importante del proprio palinsensto, un motivo valido ci deve pur essere.
Il problema è nato quando Charlie Sheen ha lasciato il set per la clinica di riabilitazione, nell’estremo tentativo di liberarsi dalle sue dipendenze da alcol e droghe. La sua assenza ha avuto l’effetto collaterale di bloccare la lavorazione della sit-com: “Basandosi sulla totalità delle dichiarazioni, della condotta e delle condizioni di Charlie Sheen, CBS e Warner Bros. Television hanno deciso di fermare la lavorazione di Due uomini e mezzo per il resto della stagione“. Da allora, la furia dell’attore non si è più placata: ha aperto un account Twitter da cui lanciava le sue accuse contro il network e Lorre, che ha definito un “verme” e ha sfidato a un incontro corpo a corpo per decidere le sorti di quello che lui definisce il “suo” show.
L’avvocato di Sheen ha rivelato che l’attore ha intenzione di fare causa alla Warner, ma lo studio ha dalla sua una clausola che permette il licenziamento in caso di “depravazione morale”: “Il suo cliente ha mantenuto una condotta pericolosamente auto-lesionista e appare molto malato“, ha risposto all’avvocato, citando anche il fatto che Sheen forniva cocaina sul set e che la produzione aveva preparato un jet pronto a partire in qualsiasi momento per condurlo in clinica, ma l’attore si è sempre rifiutato di salirci a bordo. Una brutta storia, davvero, e come sempre a farne le spese saranno i fan. Non è ancora chiaro se CBS e Warner abbiano intenzione di proseguire con la serie senza Sheen. L’attore, da parte sua, si è detto contento del licenziamento.
(Fonte: The Hollywood Reporter)