Mancano poche settimane all’uscita di Rango, il film d’animazione diretto dal regista Gore Verbinski che torna a collaborare con Johnny Depp dopo il grande successo della trilogia dei Pirati dei Caraibi. Nell’attesa la redazione di ScreenWEEK.it ha deciso di ripercorrere in ordine cronologico le migliori interpretazioni di Depp nella sua lunga carriera come attore. Dopo avervi parlato di Edward Mani di Forbice e di Buon Compleanno Mr.Grape, è arrivato il momento di spendere due parole nei confronti di un piccolo gioiello troppo spesso ignorato: Ed Wood.
Sono sempre stato del parere che esistano due modi per approcciarsi alle pellicole di Edward D. Wood Jr., la cui fama mondiale è dovuta solo ed esclusivamente al fatto di essere stato il peggior regista di tutti i tempi: c’è chi le vede prima di aver visto Ed Wood e c’è chi le vede dopo. La differenza? E’ che, nella maggior parte dei casi, chi decide di addentrarsi nella cinematografia di questo regista dopo aver visto la pellicola diretta nel 1994 da Tim Burton, non può fare a meno di provare un misto di simpatia e, addirittura, ammirazione, ridendo sul più evidente errore e godendo di ogni mancanza che titoli come Glen or Glenda o Plan 9 From Outer Space sono in grado di offrire.
Proprio così, quello che è riuscito a fare Tim Burton con questo film è stato proprio consacrare una figura che, a conti fatti, altro non era che un inetto e nel farlo ha firmato una delle più grandi dichiarazioni d’amore nei confronti della cosiddetta settima arte. Ed Wood è infatti un film sul cinema, su quella passione che spinge tantissime persone a investire la proprie forze in quello che credono più importante, al di là di ogni possibile giudizio.
Viene dunque da chiedersi perché, tra tutti i lungometraggi diretti da Tim Burton, questo continui a essere il più sottovalutato. Ci troviamo infatti di fronte ad un’opera perfetta sotto tutti i punti di vista: scritta benissimo (sebbene forse un po’ troppo indulgente nei confronti del suo protagonista); diretta in maniera sublime, cosa sicuramente dovuta al grande coinvolgimento emotivo del regista, che si percepisce in ogni inquadratura; sorretta da un cast in stato di grazia, tra cui spiccano un bravissimo Johnny Depp, perfetto nell’impersonare lo stralunato Ed Wood, e un superbo Martin Landau, che grazie alla sua interpretazione di un Bela Lugosi ormai sul viale del tramonto, dimenticato da quella Hollywood che solo qualche anno prima l’aveva consacrato star del cinema mondiale, è riuscito ad aggiudicarsi un premio Oscar.
Il mio personalissimo consiglio è di – per chi ancora non lo avesse fatto – correre a vederlo. Per quanto mi riguarda ci troviamo di fronte al più bel film diretto da Tim Burton. Ma in questo caso si tratta di pareri soggettivi, una cosa però è certa: chi adora il mondo della settima arte non potrà fare a meno di apprezzarlo.
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