Regia: Stephen Frears
Cast: Gemma Arterton, Roger Allam, Dominic Cooper, Luke Evans, Bronagh Gallagher, Tamsin Greig, Josie Taylor
Durata: 111 minuti
Anno: 2010
Basterebbe dire che Stephen Frears, regista tra i più lucidi, interessanti e piacevoli degli ultimi 20 anni, solitamente bravissimo a trovare e scegliere ottimi copioni da riportare in immagini con rara abilità, da un paio di film a questa parte ha scelto meno bene del solito.
Tamara Drewe (tradimenti all’inglese????) è tratto da una graphic novel e sebbene presenti una storia ad intrecci in uno scenario confinato (una villa/ritiro spirituale per scrittori immersa nella campagna), come si conviene alle migliori commedie inglesi, finisce per essere un buon filmetto e nulla più.
Nonostante infatti alcuni momenti divertenti e alcune idee di regia che riescono a infondere vita a parti di sceneggiatura non fenomenali, lo stesso il film è poco più di una commedia garbata, che forse solo nel ritratto sincero delle due adolescenti ha un punto di verità.
Il resto è materia da albo della commedia classica: coppie in crisi, mariti infedeli, aspiranti scrittori, giovani ribelli e rudi gentiluomini di campagna. Tutto secondo le regole prefissate, tutto senza guizzi ma con l’ordinaria abilità di chi fa film (per il cinema o per la televisione) dalla fine degli anni ’60.
Dopo una prima fase della propria carriera in cui sembrava fare dello sgarro la regola e una seconda da mestierante d’eccezione, al servizio di produzioni importanti, ora Frears sembra incapace di trovare stimoli sinceri in prodotti di mezza via, nè incazzati, nè importanti.
Una sorta di terza via truffautiana, che non trova però il miscuglio tra raffinata leggerezza e tocco personale che erano del regista francese.
Dove sia la mano personale di Frears in questa commediola ben diretta è difficile a dirsi.
Sta in questi film garbati e di ottimo livello medio la vera abilità di un regista prolifico o è il passo falso di un ben più abile autore? Qui le altre critiche