Il film di Tom Hooper Il Discorso del Re è sulla bocca di tutti in questi giorni, grazie alle 12 nominations agli Oscar ottenute (qui l’elenco di tutte le candidature).
Proprio settimana scorsa avevamo parlato di censura e Oscar prendendo spunto da un articolo sul Corriere della Sera che affermava che il rating americano R (visibile ai minori di 17 anni solo se accompagnati da un adulto) danneggia le pellicole da Oscar e i loro incassi (qui il post).
Infatti ben 6 delle 10 pellicole nominate come Miglior Film hanno ottenuto il rating R, ma esaminando gli incassi abbiamo potuto notare di come questi siano lo stesso particolarmente elevati quest’anno (se ne è parlato anche su Cineguru in questo post proprio ieri).
Ad esempio Black Swan è quasi a quota 85 milioni, The Fighter ne ha incassati 74 mentre Il Discorso del Re ne ha raccolti 59 milioni. Quest’ultimo è ancora ai vertici delle classifiche americane e il sito di vendite on-line Fandango ha confermato un ulteriore aumento delle vendite dei biglietti del 76% da quando ha ricevuto le nominations (e quindi supererà ampiamente i 100 milioni a fine corsa).
Ma ad Harvey Weinstein non è proprio andato giù il visto R ottenuto dalla pellicola negli Stati Uniti, le cui motivazioni ufficiali della MPAA sono legate all‘uso di un linguaggio non appropriato (e probabilmente anche al massiccio utilizzo di sigarette nella pellicola).
Avendo visto la pellicola in anteprima posso affermare che solo in un paio di scene il linguaggio è particolarmente “forbito” (in un uso comunque contestualizzato e non fine a sé stesso) e che il rating è stato sicuramente molto severo, nonostante abbia semplicemente applicato delle regole prestabilite che non vengono plasmate da caso a caso (come avviene inspiegabilmente in Italia) ma vengono sempre applicate con rigore.
In ogni caso Il Discorso del Re sta incassando bene e continuerà a farlo, ma alla Weinstein Co. vogliono forse provare a spremere la pellicola il più possibile.
Per questo fine stanno pensando di preparare un versione “pulita” della pellicola da distribuire nelle sale contemporaneamente a quella originale, come ha annunciato il sito Deadine. Ma non è cosa certa e mister Weinstein non vuole passare per un “Edward Mani di Forbice”.
Anche il regista Tom Hooper si era espresso tempo fa sull’argomento:
“Tutti hanno compreso che quella era una scena chiave per la storia e il suo taglio non era negoziabile. Viviamo in un mondo strano in cui ad esempio in Salt possono provare ad annegare Angelina Jolie infilandole un tubo in gola senza che intervenga la censura. Io ho 37 anni e quella scena mi ha disturbato. Mentre l’uso della parola “fuck”, utilizzata in un contesto terapeutico e divertente, è considerata come una minaccia. Anche in Casinò Royale a Daniel Craig fracassarono i testicoli su una sedia senza fondo senza che il film ottenesse la R. Il nostro sistema di censura è veramente strano. La violenza è accettabile, mentre il linguaggio no senza prescindere dal contesto.”
Mentre la reazione del regista è perfettamente comprensibile, quella di Weinstein ha il sapore dell’ennesima furbata del produttore per attirare ulteriore attenzione sulla pellicola (e non è nuovo a queste cose).
Resta il fatto che un’eventuale nuova versione della pellicola non uscirebbe che dopo la cerimonia degli Oscar, quando gli incassi saranno già sufficientemente elevati da far dimenticare qualsiasi polemica (è costata solo 15 milioni e ha un potenziale per arrivare a 250-300 milioni di dollari a fine corsa, anche con la R).
Gli italiani potranno andare a vedere la pellicola da domani e avrà il visto Per Tutti, anche se ricordo che R negli USA non vuol dire vietato ai minori, ma semplicemente che i minori possono vedere la pellicola se accompagnati da un adulto.
Per tutte le news riguardanti l’83esima edizione degli Academy Awards vi rimando alla nostra pagina speciale sul database (qui il link).