Regia: Nigel Cole
Cast: Sally Hawkins, Rosamund Pike, Miranda Richardson e Bob Hoskins.
Durata: 113′
Anno: 2010
Dagenham, 1968. E’ il cuore industriale dell’Essex, dove risiede la fabbrica della Ford che da lavoro a 55mila operai (la più grande d’Europa ai tempi) ma anche a 187 donne, addette alla cucitura dei sedili in un fatiscente settore a loro destinato.
Le operaie perdono definitivamente la pazienza quando vengono ridimensionate a “non-qualificate”, con conseguente taglio netto dello stipendio.
Rita O’Grady (Sally Hawkins) con grande determinazione riuscirà a guidare le colleghe nel primo sciopero tutto al femminile che il Regno Unito ricordi. Scontrandosi con gli stessi sindacati e con un’opposizione tutta al maschile, riuscirà addirittura a farsi ascoltare dal Governo grazie all’aiuto della deputata Barbara Castle (Miranda Richardson).
Il tutto senza mai perdere ironia e con le atmosfere che solo la fine degli anni ’60 poteva regalare.
Il pregio di Nigel Cole è quello riuscire a dirigere commedie che scivolano via come l’olio, esattamente come con gli ottimi L’Erba di Grace e Calendar Girls. Divertenti ed eleganti nella giusta quantità, il regista riesce a raccontare delle belle storie senza mai pigiare sul comodo pedale della compassione e della pietà.
Nonostante non si faccia male nessuno questa è una storia oggettivamente drammatica, di donne decisamente stanche di lavorare in pessime condizioni e di essere trattate come esseri inferiori. Ma Cole riesce a mescolare al dramma il calore della commedia, in questo caso innegabilmente aiutato dalla solarità e dalla musica degli anni ’60, e il risultato coinvolge e insegna pur senza essere un pugno nello stomaco.
Il merito è senza dubbio anche dello splendido cast corale ancora una volta tutto al femminile. Sally Hawkins, cresciuta a pane e Leigh, è veramente fantastica in come riesce a trasmettere felicità e tristezza con così tante sfumature. Il suo cammino di crescita che la vede trasformare da semplice operaia a leader sindacale che riesce a tener testa ad un ministro si interseca perfettamente con la professione più importante della sua vita, l’essere madre e moglie.
I momenti più divertenti (ma anche quelli più commuoventi) arrivano grazie alle fantastiche colleghe, che fanno sembrare i personaggi maschili solo dei bamboccioni che vogliono comandare le donne, ma senza non sanno vivere e finiscono per perdere il confronto su tutti i fronti.
Molto convincenti anche le interpretazioni di Geraldine James (Connie) e di Miranda Richardson (la Rita Skeeter di Harry Potter) che interpreta la deputata Castle con tenacia e l’immancabile humour britannico.
Le quasi due ore di pellicola passano senza mai annoiare e senza quei cali di ritmo spesso presenti in film che alternano toni leggeri e drammatici. Personalmente il dialogo che rimane impresso più di tutti non è il discorso che fa Rita davanti ai vertici del sindacato (un po’ forzato), ma quello con il marito in una scena finale che permette di trovare la chiave per leggere non solo l’intero film ma anche la condizione della donna all’epoca (“Non non chiediamo privilegi. Vogliamo solo i nostri diritti”).
Il titolo We Want Sex (che è diverso dal titolo originale “Made in Dagenham“) si rifà ad una scena in cui lo striscione “We Want Sex Equality” (Noi vogliamo la parità sessuale) non fa in tempo ed essere srotolato completamente prima di essere visto dalla deputata Castle, che esclama una battuta spiazzante e decisamente comica.
Imperdibile la colonna sonora, ma l’ambientazione negli anni ’60 costituisce già di per sé una soundtrack naturale.
Voto: 8
We Want Sex uscirà nelle sale italiane venerdì 3 dicembre. Qui trovate la nostra scheda tecnica sul database, mentre a questo link potete guardare il trailer.