Julianne Moore è giunta oggi al Festival di Roma per presentare The Kids Are All Right, film di Lisa Cholodenko che la vede nel ruolo di madre di due figli (Mia Wasikowska e Josh Hutcherson) sposata con un’altra donna (Annette Bening). Due madri, un padre biologico (Mark Ruffalo), in realtà semplice donatore di sperma che entra nelle loro vite all’improvviso, e una famiglia che sembra atipica ma che in verità è normalissima. Poi le cose si complicano quando tra la Moore e Ruffalo nasce una relazione puramente sessuale.
“In America ci sono sempre più matrimoni omosessuali”, spiega l’attrice, “e diversi studi hanno provato che i figli di queste coppie sono integrati nella società e felici quanto quelli delle coppie etero”. E prosegue: “La bellezza del film sta nel fatto che dopo un po’ ti scordi che sono due donne”. L’opera della Cholodenko non è tanto un film sull’omosessualità, infatti, quanto sulla crisi d’identità attraversata da una donna di mezza età che “non sa più chi è, si sente trascurata”, e cerca nel tradimento un modo per sentirsi nuovamente importante agli occhi di qualcuno: “Credo che molte di queste situazioni nascano così”. A un certo punto della conferenza, qualcuno le chiede di commentare le parole di Berlusconi, che ha da poco dichiarato, “Meglio guardare le donne che essere gay”: “E’ un discorso idiota. Oggi sappiamo che non è importante la sessualità, perché siamo chi siamo. E’ imbarazzante quando si continuano a perpetrare tali falsità”.
Nonostante abbia raggiunto i cinquantanni (“Quarantanove, a dire la verità”), Julianne Moore non ha paura del futuro: “E’ da quando ne avevo trentadue che la gente continua a chiedermi quando finirà la mia carriera. Ma credo che questa cosa dell’età sia un po’ troppo gonfiata dai media”. The Kids Are All Right uscirà per Lucky Red con il titolo I ragazzi stanno bene. Non perdetelo, quando arriverà in sala e se arriverà.