In questa rubrica abbiamo già visto Terminator, Conan il barbaro e Commando: non poteva mancare un altro grande classico anni Ottanta con Arnold Schwarzenegger, ovvero Predator. La storia di un gruppo di militari appartenenti alle forze speciali che vengono chiamati in Guatemala a salvare un ministro rapito da alcuni guerriglieri. Quello che non si aspettano è che un misterioso e imbattibile alieno stia dando loro la caccia. Scritto da Jim e John Thomas, Predator è nato da una battuta che girava a Hollywood nei mesi successivi all’uscita di Rocky IV: si diceva che se avessero mai fatto un Rocky V, l’unico avversario abbastanza potente da affrontare Rocky Balboa sarebbe stato un alieno. I due sceneggiatori presero la cosa sul serio e scrissero un copione intitolato Hunter. “Quando lessi lo script di Predator, c’era una cosa che non mi andava bene: eravamo solo io e l’alieno“, ricorda Schwarzenegger, “Perciò abbiamo riscritto tutto mettendoci un team di commandos e l’idea mi piacque“.
La sceneggiatura fu acquistata da Fox, che girò il tutto al mega-produttore Joel Silver. Silver assunse John McTiernan (alla sua prima esperienza con uno studio) e lo sceneggiatore di Arma letale Shane Black per tenere d’occhio l’inesperto regista. Jean-Claude Van Damme fu inizialmente scritturato nel ruolo dell’alieno, che non era ancora la creatura agile che tutti ricordiamo, ma un mostro deforme con una testa simile a quella di un’anatra. Il look attuale fu creato da Stan Winston durante un volo in compagnia di McTiernan e di James Cameron, che suggerì le ormai famose mandibole da insetto. Van Damme lasciò perché non riusciva a tollerare il costume, troppo caldo e scomodo, e il gigantesco Kevin Peter Hall fu assunto anche per svettare sui suoi comunque imponenti avversari (tra cui Carl Weathers e Jesse Ventura).
Le riprese iniziarono nelle giungle di Palenque, Messico, nell’aprile 1986. A fine mese, la produzione dovette rinunciare a Schwarzenegger per due settimane: l’attore aveva programmato il suo matrimonio il 26 aprile, con conseguente luna di miele! Buona parte della troupe e del cast soffrì di diarrea a causa dell’acqua dell’hotel depurata male, e lo stesso McTiernan perse peso perché non si fidava a mangiare il cibo locale. Lavorare nella giungla fu un’esperienza snervante e difficile, per via delle basse temperature, degli stagni pieni di sanguisughe, ma soprattutto del fatto che Hall non vedeva attraverso la sua maschera e doveva perciò imparare tutto a memoria prima delle riprese, con il rischio di ferire qualcuno in caso di errore. Una faticaccia comunque ripagata: Predator rimane ancora oggi uno dei più grandi film horror/fantascientifici di sempre.
Qui sotto una scena per la quale il vecchio Schwarzy s’è dovuto coprire di fango per tre settimane. Diamogli un po’ di soddisfazione!