L’immagine che vedete qui sopra è la prima foto ufficiale dall’ancora anonimo debutto alla regia di Angelina Jolie, una storia d’amore ambientata nella ex-Jugoslavia alla vigilia del conflitto che negli anni Novanta ne decretò lo scioglimento. Protagonisti sono un serbo e una bosniaca (Goran Kostic e Zana Majonovic), che si incontrano poco prima della guerra e vengono separati da essa. La Jolie ha rilasciato un’interessante intervista a un giornale in Ungheria, dove attualmente si sono spostate le riprese a causa di una protesta di un’associazione bosniaca di vittime di stupro, convinte che il film parlasse di una donna che si innamora del suo stupratore. In realtà, la voce era infondata, ma la produzione ha preferito evitare i problemi a monte e spostare tutto in zona neutrale. Nel film ci sarà anche un cameo di Brad Pitt.
La Jolie ha rivelato una serie di particolari sul suo debutto come sceneggiatrice e regista:
“E’ frustrante vedere quanto tempo ci voglia per intervenire o capire cosa sta succedendo in un conflitto, affinché il mondo possa dare assistenza a queste popolazioni bisognose e affinché si possano ricevere le giuste informazioni nella comunità internazionale. Ho incontrato molta gente negli anni, e in un certo senso questa storia potrebbe svolgersi in qualsiasi paese. L’essenza del film è che incontriamo delle persone alla vigilia della guerra e vediamo come avrebbero potuto essere le loro vite. Li incontriamo da giovani, pieni di speranze per le loro vite.
[…]
Ho girato a colori, ma potrei trasferire tutto in bianco e nero. Non abbiamo ancora deciso. […] Ma ciò che è importante è che voglio assicurarmi che il film sia fatto per coloro che vogliono semplicemente andare al cinema per godersi una storia d’amore. Non voglio che siano distratti da cose troppo pesanti. Perciò l’idea è di mantenere un equilibrio per renderlo un film accessibile a tutti, perché è importante che sia visto da più gente possibile.
[…]
Abbiamo girato una versione del film nella lingua originaria e poi una versione in inglese. Abbiamo girato due film completi. Ho potuto farlo perché gli attori parlavano un inglese fluente, perciò erano disposti a lavorare duramente per fare le scene in due lingue. […] Abbiamo parlato con i distributori e potremmo anche offrire a ogni paese la possibilità di scegliere [tra le due versioni]. Ma l’abbiamo fatto soprattutto per la gente del posto”.
Interessante, quantomeno. Se volete leggere l’intera intervista, la trovate qui. Che ne dite?