Ieri è morto all’improvviso per un infarto l’attore Angelo Infanti: si trovava nella sua casa di Zagarolo, piccolo centro vicino a Roma dove era nato nel 1939. Aveva 71 anni. Infanti era noto soprattutto per i suoi ruoli nei primi film di Carlo Verdone (Borotalco e Bianco, rosso e Verdone, dove interpretava l’uomo che insidiava la moglie di Furio). Ma l’attore lavorò anche con Francis Ford Coppola (ne Il Padrino era il killer Fabrizio), Luchino Visconti (Il Gattopardo) e Bud Spencer, con cui recitò in Piedone lo sbirro e Piedone d’Egitto. Tra i cult cui donò la sua innegabile classe, ricordiamo Attila flagello di Dio e Poliziotto Sprint, nonché la serie di Emmanuelle Nera. Ultimamente lo abbiamo visto in diverse fiction, tra cui Don Matteo, e in film come Ex e Letters to Juliet.
Parlare di Infanti ha un significato particolare per me, perché negli ultimi anni aveva scelto di vivere a Verona, la mia città. Dunque, non era raro vederlo in giro e oltretutto avevamo conoscenze comuni. Non dico di averlo conosciuto, ma la sua morte la sento molto più vicina di tante altre. “Lo avevo conosciuto a casa di Sergio Leone, era il classico bello di una volta. Uno che poteva fare ruoli classici, ma anche film d’azione“, ha commentato Verdone, concludendo “Peccato, era una persona spiritosa con cui amavo lavorare“. Uno della vecchia guardia, insomma. Ci mancherà.