Ed eccoci di nuovo alla Mostra del Cinema di Venezia, arrivata ormai alla veneranda età di 67 edizioni. Ma non le dimostra! Come l’anno scorso, “Impressioni di settembre” vi terrà compagnia svelandovi fatti, retroscena e film del Lido.
Come prima giornata, non è stata male, a parte il mal di testa formato famiglia che mi ha accompagnato fin dalle prime ore del mattino, e a parte il fatto che, per assistere alla proiezione di Black Swan, mi sono perso la conferenza con Tarantino. Risultato: lo sto vedendo proprio ora che scrivo, dai monitor della sala stampa, e ancora rosico.
Ma niente paura: il menù della giornata è stato sufficientemente ricco di eventi. Siamo partiti con il già citato Black Swan, l’ultima fatica di Darren Aronofsky, che come in The Wrestler si concentra su un personaggio impegnato in una performance fisica estrema: là era il wrestling, qui il balletto. In particolare Il lago dei cigni che, messo in scena da una compagnia newyorkese, finisce per ossessionare la giovane e fragile Nina, prima ballerina interpretata con grande intensità da Natalie Portman. Il film è giocato tutto sul tema del doppio, rappresentato da un continuo gioco di specchi e soprattutto dal conflitto tra Portman e Mila Kunis, in competizione per il ruolo da protagonista e per le attenzioni del laido regista Thomas Leroy (Vincent Cassel). “Ho deciso di utilizzare uno stile a metà strada tra quello più stilizzato dei miei primi film e quello più documentaristico di The Wrestler”, afferma il regista. Insieme allo sceneggiatore Mark Heyman, Aronofsky si è addentrato nel mondo del balletto, che sulle prime li ha respinti: “In qualunque altro ambito, se dici che farai un film, ti aprono tutte le porte. Qui, all’inizio scrollavano le spalle e non rispondevano alle nostre chiamate. Poi, grazie al nostro coreografo Benjamin Millepied siamo riusciti pian piano a entrare”.
“Darren mi ha parlato di Black Swan per la prima volta nel 2002. All’epoca aveva già in mente la storia” ricorda Natalie Portman. “Nei sei mesi precedenti alle riprese mi sono allenata per per cinque ore al giorno”. Cassel invece non ama troppo il balletto: “Da piccolo lo praticavo e lo trovavo duro. Ora che l’ho reincontrato, l’ho trovato durissimo. Ti eserciti tanto, ti fai del male e non guadagni un soldo”. Il film è inquietante, sensuale e affascinante: consigliatissimo. Peccato che la tanto sbandierata scena di sesso tra Portman e Kunis (disgraziatamente assente dalla Mostra!) alla fine dia meno di quello che aveva promesso. Qui la nostra recensione.
Questa sera a mezzanotte, insieme a una folla ululante, mi aspetta invece la proiezione di Machete, per me il vero highlight della giornata, ovviamente. In conferenza, abbiamo già incontrato Robert Rodriguez, Jessica Alba e soprattutto Danny Trejo. “Machete è un personaggio a cui ho iniziato a lavorare già all’epoca di Desperado. Ho sempre pensato che Danny sarebbe stato perfetto per il ruolo: mentre gli altri attori interpretano i duri, lui è un duro per davvero!”. Mr. Machete si sente “benedetto dall’aver incontrato Robert. Mi ha trasformato da ex-con ad icon”, ovvero da ex-galeotto a icona del cinema. Lavorare fuori dalle logiche hollywoodiane è importante per Rodriguez, al punto che ha deciso di stare DAVVERO fuori da Hollywood, in senso fisico. Gira infatti tutto in Texas, nei suoi studios di Austin. “Non mi sono mai voluto trasferire a Los Angeles. Se potessi fare film nel mio appartamento, lo farei”. E non si toglie mai il cappello, sul serio. Stamattina alle 10 lo indossava già. “Non me lo tolgo perché tutte la roba interessante sta lì dentro. Così non può scappare!”.
Rimanete sintonizzati nei prossimi giorni: ne vedremo/vedrete delle belle!