Riprendiamo la nostra e vostra rubrica preferita del sabato con un altro film di Joe Dante: dopo L’ululato (qui) è la volta di Gremlins, probabilmente il film più famoso del regista. La pellicola, scritta da Chris Columbus, fu prodotta da Steven Spielberg per la Amblin, ed è – insieme a Indiana Jones e il tempio maledetto (qui) – il film che spinse la MPAA (Motion Picture Association of America) e creare il divieto PG-13, una via di mezzo tra il durissimo R e il blando PG (Parental Guidance).
Nello scrivere la sceneggiatura, Columbus si ispirò ai rumori che sentiva di notte nel suo loft, causati dai topi che correvano nei muri: rumori che di notte, al buio, erano realmente spaventosi. La prima stesura dello script aveva un tono ben più cupo: erano presenti scene come la decapitazione della madre di Billy (Zach Galligan), una sequenza in cui i Gremlins mangiavano il cane del ragazzo e infine una in cui i mostriciattoli si recavano in un McDonald’s, dove mangiavano gli avventori al posto degli hamburger. Inoltre, inizialmente era proprio il tenero mogwai Gizmo a trasformarsi in Stripe, il malvagio capo dei Gremlins. Fu Spielberg a decidere di separare i due personaggi, perché riteneva che il pubblico si sarebbe affezionato a Gizmo.
Per il resto, il produttore lasciò campo libero a Dante, e gli consentì di mantenere anche una scena molto controversa: quella in cui Kate (Phoebe Cates) racconta come suo padre sia morto tentando di entrare dal camino vestito da Babbo Natale. Una rivelazione che si sposa con l’ambientazione natalizia del film, e che per Dante conteneva l’essenza stessa del suo film, ovvero la commistione tra orrore e commedia.
I pupazzi dei Mogwai e dei Gremlins furono creati dallo specialista Chris Walas, e sono ancora oggi tra gli esserini più iconici del cinema horror. Gremlins generò un sequel, Gremlins 2 – La nuova stirpe, ben più orientato sulla parodia. Il primo capitolo resta però inarrivabile sotto molti punti di vista. Qui sotto vi presentiamo la famosa “scena della cucina”. Buona visione!