Proseguiamo la nostra piccola rubrica con un altro capolavoro di John Landis, stavolta sul versante horror: Un lupo mannaro americano a Londra. Scritto da Landis nel 1969, e tenuto nel cassetto fino a che il successo di The Blues Brothers (di cui abbiamo parlato la volta scorsa) non gli permise di ottenere 10 milioni di dollari per realizzarlo, il film fu ispirato a un’esperienza vissuta dal regista. Mentre si recava sul set di un film in Jugoslavia, Landis si imbatté in un gruppo di zingari intenti a celebrare una cerimonia funebre, con un rito speciale in modo che il defunto non si “sollevasse dalla tomba”. Convinto che lui stesso non avrebbe mai saputo affrontare i non-morti, scrisse un copione in cui un ragazzo della sua età si trovava proprio in quella situazione.
Un lupo mannaro americano a Londra è un mix di orrore e humor, tutto giocato sul rapporto tra i due protagonisti David (David Naughton) e Jack (Griffin Dunne): il primo viene maledetto dal morso del lupo mannaro, il secondo ritorna come non morto per invitare l’amico al suicidio, esorcizzando così la maledizione. Le scene in cui David incontra le sue vittime in un cinema porno di Piccadilly sono esilaranti e ricche di humor inglese, anche se film e regista sono americani.
La star del film è indubbiamente Rick Baker, autore di quella che è senz’ombra di dubbio la più riuscita trasformazione della storia del cinema, realizzata totalmente “dal vivo” attraverso una serie di protesi espandibili che fruttarono a Baker un Oscar speciale per il trucco, categoria creata appositamente per il film. E’ proprio questa geniale sequenza che vi mostriamo qui sotto.