In una mossa alquanto a sorpresa, il Vaticano ha celebrato il trentesimo anniversario di Blues Brothers, il capolavoro di John Landis, dichiarando che si tratta di un film “cattolico”. E questo nonostante la madre superiora che ha cresciuto Jake (John Belushi) e Elwood (Dan Aykroyd) nel film sia definita “la Pinguina”, e nonostante Jake abbia la sua epifania durante una celebrazione gospel, in una chiesa evangelista.
“Gli indizi non mancano“, scrive il direttore Gian Maria Vian, “in un’opera dove i dettagli non sono certo casuali. A iniziare dalla foto incorniciata di un giovane e forte Giovanni Paolo II nella casa dell’affittacamere – dall’accento siciliano e vestita di nero, dunque cattolica – di Lou ‘Blue’ Marini“. E prosegue: “A fianco dei piccoli e della Pinguina (la temutissima madre superiora dell’orfanotrofio ndr.), i fratelli Blues sono capaci di toccanti attenzioni: così Elwood non si dimentica di una terribile crema al formaggio commissionatagli da un anziano amico. E nulla antepongono – Elwood, il più galante, rinuncia persino all’avventura con una fascinosa signorina – alla ‘missione per conto di Dio’. Che alla fine riuscirà […] consegnando alla storia del cinema e della musica un film memorabile. Stando ai fatti cattolico“.
Blues Brothers va ad unirsi a una lista di film che comprende anche I dieci comandamenti e La passione di Cristo. Sembra un po’ un pesce fuor d’acqua, ma fa piacere vedere che a volte si riesce anche da parte delle autorità cattoliche ad andare oltre una certa provocazione di superficie. Ora se solo riuscissero a rivalutare Ultimo tango a Parigi…
(Fonte: Ansa)