Roman Polanski ha rilasciato un comunicato con il quale rompe il suo lungo silenzio stampa per mettere l’opinione pubblica al corrente del suo punto di vista sul suo arresto in Svizzera e sulla domanda di estradizione. Il regista non nasconde che, secondo lui, tutto il caso è stato montato per attirare l’attenzione dei media, e che non ci sono presupposti per l’estradizione in quanto lui avrebbe già scontato in toto la sua condanna. Ecco che cosa ha dichiarato:
E’ vero: 33 anni fa mi sono dichiarato colpevole e ho scontato una condanna nella prigione di Chino, non in una prigione VIP. Quel periodo avrebbe dovuto coprire l’intera mia condanna. Quando ho lasciato la prigione, il giudice aveva cambiato idea e dichiarò che il tempo passato a Chino non esauriva la sentenza, ed è questo voltafaccia che ha giustificato la mia partenza dagli Stati Uniti.
Lo scorso 26 febbraio, Roger Gunson il procuratore distrettuale responsabile del caso nel 1977, ora in pensione, ha testimoniato davanti al giudice Mary Lou Villar e in presenza di David Walgren, l’attuale procuratore distrettuale responsabile del caso, […] che il 16 settembre 1977 il giudice Rittenband aveva detto a tutte le parti interessate che il mio periodo di carcerazione a Chino avrebbe costituito la totalità della sentenza che avrei dovuto scontare.
Non posso più rimanere in silenzio perché per più di 30 anni i miei avvocati non hanno mai smesso di insistere sul fatto che sono stato tradito dal giudice, che il giudice non ha mantenuto la parola e che io ho scontato la mia pena.
Non posso più rimanere in silenzio perché gli Stati Uniti continuano a richiedere la mia estradizione più per servirmi su un piatto d’argento ai media internazionali che non per pronunciarsi su un giudizio per il quale si era già raggiunto un accordo 33 anni fa.
Questi sono i fatti di cui desideravo mettervi al corrente nella speranza che la Svizzera riconosca che non ci sono i presupposti per l’estradizione, e che io dovrei essere lasciato in pace, riunirmi alla mia famiglia e vivere in libertà nella mia terra natale.
(Fonte: Deadline)