“Che lo Sforzo sia sempre con voi!”. La settimana scorsa abbiamo parlato de L’impero colpisce ancora, dunque stavolta non possiamo che citare Balle spaziali, geniale parodia (sì, geniale, l’ho detto!) della saga da George Lucas, ma anche di tanti luoghi comuni della fantascienza.
Rivisto oggi, Balle spaziali fa ancora tanto ridere, ma proprio tanto: ok, potrà non essere sottile come Frankenstein Junior, ma Mel Brooks fa in questo caso sfoggio di un umorismo talmente grossolano (e voluto!) da creare qualcosa di esilarante proprio nella sua autoreferenzialità (si veda la scena delle cassette istantanee). Il cast è azzeccatissimo: Bill Pullman è Stella Solitaria, una fusione di Han Solo e Luke Skywalker. Daphne Zuniga l’irascibile e sguaiata principessa Vespa. Mel Brooks interpreta due personaggi, il presidente del pianeta Spaceballs, Scrocco, e il saggio maestro dello Sforzo, Yogurt. E poi su tutti svettano John Candy nei panni del “Canuomo” Rutto (“sono il migliore amico di me stesso“) e Rick Moranis in quelli di Casco Nero, parodia di Darth Vader con elmetto gigante, cravatta e respiro pesante annesso (causato proprio dall’elmo).
Ricco di mille riferimenti (fantastica la comparsata di John Hurt che rifà la scena topica di Alien), strizzatine d’occhio e battute folgoranti, Balle spaziali fa però anche ridere chi non dovesse cogliere proprio tutto, perché le gag si reggono sulle loro gambe, citazioni o meno.
Qui sotto, rivediamo la magica scena degli “Stronzi”. Epocale.