Cronache dal festival del glamour
Siccome mi conosco, mangio. Ho imparato da Via col vento che prima di un evento mondano si mangia, cosi’ da non strafogarsi, e finalmente ho un evento mondano per il quale applicare questa massima. Mangio per bene dopodichè mi preparo per l’ingresso in società.
La festa è una raccolta fondi per le popolazioni di Haiti, l’ha organizzata Paul Haggis e ha coinvolto Russel Crowe, Michelle Rodriguez, Gerard Butler, Timbaland e altri amici vari. Tutti invitati chiaramente. Io sono lì in qualità di “stampa”. “Stampa di un certo livello” mi verrebbe da precisare.
Entrata prevista non oltre le 23.30, io mi presento alle 22.30, ovviamente sbagliando. Tutto chiuso, non se ne parla di entrare prima delle 24. Nel momento in cui sto per chiedere: “Ma l’invito che io ho ricevuto diceva…” mi rendo conto di quanto possa essere inutile una domanda simile in un contesto come questo con il buttafuori di colore che mi guarda con lo sguardo di chi non ha intenzione di dare risposte articolate.
Già da fuori è evidente che siamo di fronte al trionfo del denaro e che i soldi eventualmente raccolti per le popolazioni haitiane saranno l’1% di quelli spesi per fare la festa. Io comunque ho un’ora e mezza da passare in un luogo dove non c’è niente. Niente se non un casinò.
Punto con nonchalance le mie fish sul rosso, rispolverando tutto ciò che ho imparato nel master che ho fatto in “Agente segreto internazionale al servizio di Sua Maestà”. Rosso. Vinco. Punto ancora sul rosso. Vinco. Poi punto sul nero e altre due volte sul rosso. Vinco ancora. “Così si fa!”, penso dentro di me.
Poi punto una serie di numeri intorno al 27 e metto delle fiches sulla terza terzina di numeri del tabellone, una serie sulla quale mi ero fissato. 25. Avevo vinto ancora.
A questo punto ricordo distintamente di non aver più vinto un singolo punto fino alla fine. E prima di arrivare ad aver perso tutti i soldi “investiti” mi sono alzato con grande signorilità nascondendo abilmente le lacrime.
I soldi investiti erano l’equivalente di quello che mi viene pagato per un articolo dalla versione online di un noto mensile cartaceo per cui lavoro: “Sarà come non averlo mai scritto” ho pensato.
Col poco che mi rimane mi siedo al tavolo da Black Jack. Prima mano: 21, banco: 21. Seconda mano: 18, banco:21. Terza mano:17, banco: 21. E’ passata mezz’ora e già è meglio che me ne vada, ma lo faccio sempre con una mano in tasca e fare da gran viveur s’intenda.
Prima di andare via però ho la sventurata idea di dare un colpo alla slot machine. Una cosa così, per provare. Tanto costa un euro solo.
Inserisco la moneta e non succede nulla. La manovella non si abbassa proprio, come se non avessi messo i soldi. Comincio a spingere qualche pulsante a caso, ci sarà pure un modo di riavere i soldi se non posso giocare! Niente. Tutto sembra bloccato.
Si avvicina una ragazza dello staff e mi chiede quale sia il problema. Spiegatole l’accaduto anche lei armeggia un attimo e poi le è evidente che io non abbia inserito soldi. Ma l’ho fatto! Non intendo attaccarmi ad un euro perduto, specie dopo quello che è accaduto agli altri tavoli ma non vorrei passare per cretino. Le spiego tutto e le descrivo l’azione, così emerge che ho messo la mia moneta nella fessura delle carte fedeltà, di fatto incastrando tutto.
La ragazza ha lo sguardo preoccupato e chiama altra gente che inveisce in francese. Ma tanto io il francese non lo capisco….
In breve si raduna un nuvolo di uomini dello staff che con forcine e bastoncini tentano di estrarre la moneta incastrata nella fessura sbagliata, alcuni si levano la giacca, altri danno consigli, altri vogliono staccare tutto, altri ancora chiedono “Ma chi è stato??”. Io lentamente e senza dare nell’occhio faccio una serie di passi indietro e allontanandomi sempre di più fino a girare l’angolo e scomparire dalla loro visuale per uscire indisturbato.
Si è fatta mezzanotte è ora di entrare alla festa.
continua