Cronache dal festival del glamour
Partito da Roma alle 8 del mattino, pronto alle 9 ore di viaggio che mi avrebbero atteso (non senza qualche simpatica deviazione imprevista, causa distrazione indotta dall’eccessiva simpatia alla guida), la mia certezza era granitica: questo festival sarebbe stato all’insegna del glamour.
La valigia è carica di camicie, giacche e alle maniglie dei sedili di dietro c’è lo smoking di un vecchio zio, disgraziatamente riadattato diverse volte nel corso degli anni, perchè questo è il festival del glamour e io voglio essere pronto!
Voci incontrollate che si sono rincorse tra gli amici/colleghi (in realtà per la maggior parte nemici) mi hanno convinto che lo smoking è importante. Perchè nel festival del glamour le proiezioni serali per il pubblico sono riservate solo a chi indossa uno smoking e se un giornalista/critico/aspirante uomo-glamour si perde la proiezione per la stampa al mattino (perchè magari, chesso’, ha prolungato il suo sonno di bellezza) può essere utile recuperare il film alla sera.
Sicuro del mio vestiario e ardimentoso nell’indole arrivo dopo le trascurabili 9 ore in macchina con EddieValiant a Cannes. La splendida Cannes, l’opulenta Cannes, la scintillante Cannes. In realtà, nonostante io sia conscio che questo è i festival del glamour, il mio conto in banca lo è meno di me e dunque ho scelto di non risiedere proprio a Cannes-centro, ma leggermente più lontano dai tumulti festivalieri e dai locatari-vampiri. La mia scelta è ricaduta su Juan Les Pins, un delicato paesino di mare ad un tiro di schioppo dal festival, una sistemazione, che definirei: “Un po’ più RipaRatà” come mi ha detto con accento francese la gentile e mite signora che ho sentito al telefono per concordare l’affitto. Che cara signora!
Quello che la mite signora italo-francese aveva trascurato di precisare (sicuramente per una sua dimenticanza!) lo scopro subito. Juan Les Pins non è esattamente glamour come Cannes, ma un po’ più come Scampia. Al mio arrivo in citta’ vengo accolto da bambini in età preadolescenziale che, senza casco, fanno le impennate per strada su motorini truccati. Ah! I francesi… Con quel loro charme inconfondibile.
Con movimento contrario più entro nell’amabile Juan Les Pins meno l’amabile ed ingenua vecchina sentita al telefono per l’affitto mi sembra francese. Nel ripassare mentalmente le sue parole mentre giro per le strade, le immagino più con un accento italiano, e subito le sue piccole dimenticanze mi suonano come abili omissioni.
Chiudo a chiave la macchina, metto il bloccasterzo, il bloccapedali, porto su la valigia, chiudo il portone, chiudo la casa a diverse mandate, chiudo le finestre, chiudo le serrande e chiudo anche la valigia prima di coricarmi a letto con una sola certezza, la stessa del mattino: “Questo è il festival del glamour e io lo conquisterò a partire dal Nordafrica”. Volevo dire “a partire da Juan Les Pins!”.
continua….