Chiudiamo la trilogia originale di Indiana Jones parlando di Indiana Jones e l’ultima crociata, terzo capitolo diretto da Steven Spielberg e interpretato da Harrison Ford e Sean Connery, nei panni di Henry Jones junior e senior. L’ultima crociata è definita da Spielberg un tentativo di fare ammenda per Il tempio maledetto, chiudendo la saga con un tono più leggero, che ricatturasse lo spirito de I predatori dell’arca perduta.
Per questo, Spielberg e Lucas richiamarono Denholm Elliott e John Rhys-Davies, rispettivamente nei panni di Marcus Brody e Sallah. La prima stesura dello script fu opera di Chris Columbus: s’intitolava Indiana Jones and the Monkey King, e avrebbe visto l’archeologo alla ricerca della fontana della giovinezza in Africa. Scartata l’idea, regista e produttore tornarono su quella iniziale, ovvero il Santo Graal, ma Spielberg voleva che fosse maggiormente centrata sul rapporto padre-figlio. Fu Jeffrey Boam a uscirsene con l’idea di far re-incontrare i due Jones a metà film: lo scopo di Indy divenne quello di recuperare il rapporto col padre, piuttosto che il Graal. Spielberg aveva immediatamente pensato a Sean Connery per il ruolo di Henry: d’altra parte, Indy era da sempre figlio di James Bond!
Il prologo vede River Phoenix nei panni di un giovane Indy: Ford lo volle personalmente, perché sosteneva che tra gli attori adolescenti fosse quello che più assomigliava a lui da ragazzo, e si fermava con lui sul set per dargli indicazioni sul personaggio.
Ora bando alle ciance: qui sotto vedete una delle freddure che hanno reso leggendaria la saga di Indy!