Il classico anni ’80 per eccellenza deve essere questo: I predatori dell’arca perduta, prima avventura dell’archeologo avventuriero Indiana Jones. Inizialmente chiamato da George Lucas – che lo creò nel 1973, prima di Guerre stellari – “Indiana Smith”, il personaggio fu accantonato dallo sceneneggiatore/regista, che preferì dedicarsi al suo fantasy spaziale. Fu solo dopo il successo di quest’ultimo, che Lucas decise di riprendere in mano la lavorazione di un film su Indiana, nel frattempo rinominato “Jones”. Propose a Steven Spielberg la regia, promettendogli che il suo personaggio sarebbe stato “meglio di James Bond” (Spielberg aveva infatti espresso interesse nel dirigere un film “alla Bond”).
Lawrence Kasdan scrisse una prima stesura del copione basandosi su una serie di conversazioni avute con Lucas e Spielberg, in cui tutti diedero i loro input. Jim Steranko, grande artista del fumetto americano da poco scomparso, fu chiamato a lavorare sugli storyboard e praticamente creò il look di Indy.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti: cinque Oscar (a scenografia, montaggio, sonoro, effetti visivi e montaggio effetti sonori) per un’avventura senza tempo amata da più generazioni, un film che non invecchia mai. Un omaggio sentito ai serial a fumetti anni ’30, ma che va oltre l’omaggio creando un personaggio che è entrato nella leggenda, anche grazie alla magistrale interpretazione di Harrison Ford. E pensare che inzialmente la parte sarebbe dovuta andare a Tom Selleck!
Ricordiamo Indy con una delle scene più celebri della storia del cinema. Buona visione!