Il significato esatto del termine “Peplum” è dibattuto, ma l’opinione più generale è che si riferisca esclusivamente a quel particolare filone del cinema italiano che fiorì tra il 1957 e 1964 e che, nella vena di quello che subito dopo avrebbe fatto lo “Spaghetti Western”, declinò secondo il gusto italiano un genere americano, in questo caso gli “Historical Epics” e i “Religious Epics”, filoni di cui fanno parte pellicole famosissime come Cleopatra, Spartacus e Quo Vadis.
Non staremo però qui a dibattere troppo della cosa: è nostra intenzione, con questo post, aprire una serie di appuntamenti quasi quotidiani nei quali rivedremo la storia del “Sandalone”, o che dir si voglia, sia italiano che americano, anticipando così l’uscita del nuovo capitolo nella storia di questo genere: Scontro tra Titani, diretto da Louis Leterrier e in uscita il 16 aprile. Il film è anche un remake di Scontro di Titani, pellicola diretta nel 1981 da Desmond Davis, considerato oggi uno dei classici esempi del revival anni ’80 di questo filone. Ma arriveremo anche a parlare di questo.
Per ora basti dire che, se è vero che il Peplum è una versione italiana low budget del cinema epico-storico americano, è anche vero che senza l’Italia in America questo tipo di film non sarebbe mai nato. E’ infatti Cabiria di Giovanni Pastrone uno dei primi e più illustri esempi di mega-produzione a sfondo epico, e cosa ancora più importante fu proprio Cabiria a introdurre uno dei personaggi simbolo di questo cinema: il forzuto Maciste, protagonista di almeno 26 film tra il 1915 e il 1926, e poi di innumerevoli pellicole nel periodo d’oro tra la fine anni ’50 e la metà dei ’60.
Il lavoro di Pastrone in Cabiria, quei set spettacolari, quella visione monumentale, uniti alla durata importante (circa 3 ore) furono anche d’ispirazione a David Wark Griffith, quando il regista americano realizzò il suo capolavoro Intolerance (1916).
Ma il contributo dell’Italia non si arresta qui: al picco della popolarità del genere “Epic”, le produzioni statunitensi spesso si avvalevano delle nostre maestranze e degli eccezionali set di Cinecittà per realizzare le proprie dispendiose pellicole. Il già citato Cleopatra, ma anche il mitico Ben Hur furono realizzati proprio a Roma. In quest’ultimo, è possibile riconoscere due comparse d’eccezione, Giuliano Gemma e Lando Buzzanca. Il primo nel ruolo di un ufficiale romano, il secondo in quello di uno schiavo incatenato vicino a Charlton Heston.
Negli ultimi anni, film come 300, Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo, e prima ancora Il gladiatore e Troy, hanno tentato più e più volte di rilanciare il filone, ma si sono più spesso rivelati episodi fini a se stessi. Ora, però, l’avvento del nuovo 3D potrebbe aver dato nuova vita a un genere che si alimenta di spettacolarità, ed è quindi perfetto per essere goduto con gli occhialini. Scontro tra Titani, War of the Gods, Prince of Persia e i vari progetti su Re Artù tenteranno nuovamente di smuovere le cose. Nel frattempo, e fino al prossimo appuntamento, un consiglio: recuperate senza pensarci su la splendida serie HBO Roma, miglior esempio in assoluto di Historical Epic partorito negli ultimi anni.
Ci rivediamo lunedì per un primo sguardo agli Historical Epic americani anni ’50-’60. Vi aspettiamo!