Che di Avatar ci sarà un sequel lo sappiamo tutti, che ci sarà anche un prequel immagino lo abbiate letto.
Libri, fumetti, pupazzi, videogiochi e tutto quanto contorna normalmente un film di successo sono roba ovvia e a cui siamo abituati.
Certo questa storia del prequel che non sarà un film ma un romanzo è abbastanza nuova e interessante.
Anche perchè il mondo di Avatar è talmente ampio e complesso che lascia sicuramente spazio ad approfondimenti a vari livelli.
Ci racconteranno come Jake ha perso l’uso delle gambe, come è stato ucciso suo fratello Tommy.
Ci sarà modo di scoprire il lavoro della dottoressa con la popolazione Na’vi, la nascita della scuola.
Scopriremo come gli uomini sono arrivati su Pandora, magari anche a cosa serve sta benedetta pietra che scatena la guerra.
E naturalmente c’è da approfondire la vita dei Na’vi, le loro abitudini, le tradizioni, la storia.
Insomma di materiale da approfondire ce n’è davvero a bizzeffe.
L’unico altro esempio che mi viene in mente di un mondo inesistente talmente strutturato e dettagliato riporta inevitabilmente al Signore degli anelli di Tolkien, la cui trilogia si sviluppò poi con dei veri e propri libri di storia che raccontavano la Terra di mezzo.
Date tutte queste premesse vi chiedo però se da parte del pubblico, cioè da parte nostra, c’è davvero la voglia di approfondire, di conoscere, di scoprire, di trasformare un film in un universo parallelo strutturato e in evoluzione.
Oppure se tutto il clamore nato intorno ad Avatar ci basta, siamo alla nausea e non vogliamo più saperne nulla.
Il dibattito è aperto, fateci sapere la vostra opinione e poi prometto di telefonare a Cameron e comunicargli se continuare sulla strada intrapresa oppure tornare sulla terra e dedicarsi al prossimo film più bello della storia del cinema.