Regia: Jessica Hausner
Cast: Gilette Barbier, Gerhard Liebmann, Léa Seydoux, Sylvie Testud, Bruno Todeschini, Irma Wagner
Durata: 99 minuti
Anno: 2009
A Venezia aveva suscitato molto scalpore, se ne vociferava, lo si consigliava e si mormorava di qualche premio. E il film bello lo è davvero, anche se non ha raccimolato nulla di grosso, tutto in equilibrio tra uno scetticismo ateo anticlericale e una forte comprensione dei meccanismi che scattano nei pellegrini, nei malati, negli speranzosi e nei bisognosi.
L’ironia è sempre dietro l’angolo, sebbene mai sbandierata, e il tono è compassato. Per il modo che ha di congelare alcuni attimi ed astrarre emozioni e sentimenti sembra quasi un’opera di Kaurismaki, apparentemente gelida e sottilmente ironica.
Se però il cineasta finlandese mira sempre a descrivere la “vita di schifo” condotta dai suoi personaggi Hausner descrive lo schifo che gira intorno alle esistenze dignitose dei malati. Lo schifo infatti è nel business che gira intorno ai pellegrinaggi, negli accompagnatori (sia quelli che vengono con i malati sia quelli “ufficiali”), nel disinteresse totale di tutti e nelle molte piccolezze che si muovono nell’orbita della carità cristiana. Ad un certo punto Lourdes non è neanche più un film anticlericale, ma un film che parte dall’anticlericalismo considerando la meschinità degli ambienti religiosi come la più assodata delle verità.
Per parlare di questo la Hausner sembra non muovere un muscolo, ingabbiata per propria volontà in una messa in scena rigida ma sempre chiara, tesa a creare empatia unicamente con la malata protagonista correndo verso un climax finale sorprendente, visto il tono compassato del resto della pellicola.
Fedele ad un approccio concreto e poco simbolico Lourdes spicca il volo definitivamente nell’ultima parte, sciogliendo molte delle tensioni in gioco con un approccio che nell’ultima inquadratura rivela la propria allegoria e che riesce a rappresentare l’equilibrio tra volontà di credere e sperare e la concretezza della realtà delle cose.
Se c’era un film dalla messa in scena difficile, controllata, completa e complessa e che meritava il Leone d’argento era questo.
Difficile dire se il film sia di una persona che crede o meno. C’è speranza o disillusione? Esistono i miracoli e se si, quali sono? Qui le altre critiche