Forse Alice in Wonderland non arriverà mai nelle nostre sale

Pubblicato il 15 febbraio 2010 di Claudia

Una notizia shock per tutti i milioni di cineamatori che stanno aspettando in trepidante attesa l’uscita di Alice in Wonderland.

Da un aricolo apparso su e-duesse sembrerebbe molto fondata la notizia che, dopo Stati Uniti e Gran Bretagna, anche in Italia gli esercenti minacciano di non programmare il film di Tim Burton.

La reazione di circuiti e associazioni degli esercenti è la diretta reazione/difesa  alla volontà della Walt Disney Pictures di accorciare la window tra uscita cinematografica e release home video del film Alice in Wonderland di Tim Burton, la cui distribuzione è prevista a partire dal 3 marzo. Si parla di un’uscita in dvd a circa 12 settimane dall’uscita theatrical.

La comunicazione sarebbe pervenuta finora solo ad alcuni circuiti.

La risposte non sono tardate ad arrivare e così a e-duesse:

Andrea Stratta, amministratore delegato e direttore generale del circuito Uci, ha dichiarato:

«Ad oggi Uci non programmerà il film… La situazione è in divenire: sono in corso trattative a Londra, ma se a livello contrattuale rimarrà quest’impostazione, che prevede una window ridotta, noi non prenderemo il film. Abbiamo già smontato i trailer e tolto i materiali relativi ad ‘Alice in Wonderland’ dalle nostre strutture».

Giuseppe Corrado, presidente e amministratore delegato del circuito The Space Cinema, ha dichiarato:

«Ufficialmente non ne abbiamo ancora avuto notizia, ma abbiamo fatto sapere a Disney che se dovessero cambiare le condizioni del contratto che abbiamo stipulato, e le finestre essere ridotte, il contratto stesso decadrebbe e anche noi non programmeremmo il film»

Paolo Protti, presidente Anec, associazione degli esercenti, ha dichiarato:

«La nostra idea è che prese di posizioni unilaterali con l’altra associazione degli esercenti non possono essere accolte e che il tema delle window deve essere soggetto a un confronto ad ampio raggio».

Attendiamo ora la risposta della Disney, vedremo se deciderà di cambiare le sue strategie o vorrà fare il pugno di ferro con i circuiti cinematografici e associazioni degli esercenti.

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