Regia: Rune Denstad Langlo
Cast: Anders Baasmo Christiansen, Marte Aunemo, Kyrre Hellum, Mads Sjøgård Petterson, Astrid Solhaug
Durata: 1h 18m
Anno: 2009
Un uomo arrivato ad una delle punte più basse della sua vita decide di compiere un improbabile viaggio verso il freddo ed inospitale nord della Norvegia per andare a trovare quella moglie e quel figlio che non ha mai conosciuto. Il cuore del viaggio, come si conviene in questi casi, non sarà il punto di arrivo quanto il viaggio stesso, cioè ciò che gli accade mentre attraversa il paese.
Come molto cinema nordico anche Nord è un film di silenzi e fissità, non necessariamente noioso in ogni punto ma fondato su un umorismo pacato e di montaggio, più connesso alle immagini che alle parole. Il rischio di quest’idea di cinema è ovviamente di non riuscire a dire quello che si vorrebbe, non riuscire a giustapporre le immagini, le situazioni, i silenzi, gli spazi e i volti in essi incastrati in una maniera che riesca a produrre significato, trovando unicamente una dilatazione dei tempi che ben presto sfianca. E purtroppo è ciò che accade in Nord.
L’idea di viaggiare in queste lande desolate incontrando amene figure che vivono esistenze solitarie al limite del maniacale sembrava vincente, sia per gli spunti comici che per le possibilità di astrazione della vicenda dalla contingenza norvegese.
E dire che gli spazi del nord della Norvegia sembrano perfetti per fare questo tanto quanto i deserti statunitensi: luoghi monocromi, vita amena, divertimento inesistente e possibilità di incontri al limite del demenziale (l’uomo nella tenda agganciato alla sua moto). L’impressione con cui però Nord lascia lo spettatore è di essere irrisolto o quantomeno incapace di arrivare a concludere, come se andare in cerca di se stessi bastasse in sè a rendere quella ricerca un’esperienza valevole.
Il cinema nordico scarsamente recepito in Italia continua a proporre le solite idee o trova qualche felice sbocco? Qui le altre critiche