Proseguiamo con la nostra dose quotidiana di interviste al cast di Amabili resti, ma oggi non parla un attore, bensì il regista Peter Jackson. “Volevamo che [il film] fosse originale, brillante, inaspettato“, afferma Jackson, e continua dicendo che queste sono le qualità del romanzo di Alice Sebold che voleva tradurre su pellicola. Ma prosegue: “credo che la gente vada al cinema per l’intrattenimento, […] e volevo che questo fosse un film che intrattiene“. Il regista mette anche fine al dibattito sul “genere” di Amabili resti: lo definisce un “emotonial thriller”, perché ha aspetti emotivi, ma in fondo parla di un delitto e della sua risoluzione.
Infine parla di Stanley Tucci: per essere credibili davanti alla macchina da presa, bisogna infilarsi nella pelle del personaggio e coglierne lo sguardo, che verrà catturato senza filtri dalla telecamera. “Stanley ha attraversato l’inferno per raggiungere questa credibilità, molto più di quanto ammetterebbe“. Conclude parlando dell’arte concettuale del film, di cui hanno prodotto più di mille pezzi!