Regia: Betty Thomas
Cast: Justin Long, Anna Faris, Jason Lee, Christina Applegate, David Cross, Zachary Levi, Matthew Gray Gubler, Jesse Arthur McCartney, Charice Pempengco, Amy Poehler, Wendie Malick
Durata: 90 minuti
Anno: 2009
E’ frequente che i sequel integrino nuovi personaggi per dare nuovo appeal ad una storia. Ancor più frequente è che questi nuovi personaggi, per andare sul sicuro, siano speculari a quelli già di successo.
Accade così anche in Alvin superstar 2 dove ai tre Chipmunks vengono affiancate tre Chippettes, dotate delle stesse tre diverse personalità (ma declinate al femminile) e anche identificate dei medesimi tre colori (leggeremente più modaioli però). Se i Chipmunks in questo film fanno classici del rock (aprono con You really Got Me e non disdegnano You Spin Me Round) le Chippettes ovviamente fanno “musica da femmine”. R&B.
La storia anche è più o meno la medesima. Le Chippettes dovranno passare il medesimo percorso dei Chipmunks tra manager voraci (sempre lo stesso), effimero successo, vera passione per la musica e riscoperta dei valori autentici in extremis.
Dall’altra parte i tre protagonisti originali (che comunque sono il centro di gran parte del film) vengono affidati da Dave (costretto in ospedale dall’ennesimo incidente) alla zia (che subito finisce anch’essa in ospedale) e al nipote nerd, sfigato e maniaco dei videogiochi (quindi asociale e disadattato), in più dovranno anche andare a scuola con gli altri ragazzi e affrontare così i tipici problemi da high school americana.
Il successo di Alvin superstar è stato clamoroso e non ci sono dubbi che lo sarà anche questo, tuttavia riesce difficile immaginare una modalità in cui i tre Chipmunk con le loro vocine caratteristiche e l’innata passione per la comicità slapstick possano fallire. Che si tratti di andare alla high school, di cantare o di fare qualsiasi altra cosa l’impressione è che non siano le avventure a contare ma, come anche nelle serie animate, il modo in cui i personaggi si muovono in quegli ambienti. Distruggere uno studio discografico o una classe non è in fondo molto differente, tocca farlo con stile.
Quando invece si guarda a tutto ciò che c’è intorno ad Alvin, Theodore e Simon, cioè l’umanità che li circonda, che interagisce con loro o contro di loro e che (seguendo la metafora del film) dovrebbero essere gli adulti visti dallo sguardo dei bambini, sorgono le prime perplessità. Se i Chipmunk sono sempre loro e fanno sempre le stesse cose, il film dovebbe parlare con ciò che li circonda ma questo sembra sempre muto per come reitera e conferma i più beceri stereotipi, non tentando mai di proporre una visione alternativa (sebbene per l’infanzia) del mondo.
Una più accurata recensione focalizzata sull’impatto del film sul suo pubblico d’elezione, i bambini, è presente su ScreenWEEK Kids
Successo meritato o nuova riproposizione dell’eterno mito dell’animaletto peloso e confortevole già utile al successo dei Chipmunks nei decenni passati? Qui le altre critiche