Regia: Leonardo Pieraccioni
Cast: Rocco Papaleo, Biagio Izzo, Massimo Ceccherini, Suzie Kennedy, Leonardo Pieraccioni, Luca Laurenti, Francesco Guccini, Francesco Pannofino
Anno: 2009
Non ha la precisa cadenza annuale del film di Natale delaurentiisiano ma poco ci manca, anche il canonico film di Pieraccioni per tutta la famiglia è una ritualità socioeconomica del nostro paese che ha davvero poco a che vedere con il cinema se non il fatto di essere ospitata nelle sale (molte sale).
Così anche quest’anno a partire da venerdì prossimo cediamo l’uso di gran parte degli esercizi cinematografici alla Filmauro per Natale a Beverly Hills e a Medusa per Io e Marilyn lungo quasi tutto il periodo natalizio in cambio di un gettito economico tale da giustificare la temporanea privazione e ricominciare a battagliare per la prossima stagione.
Anche quest’anno Pieraccioni ripropone il format più o meno vincente (a seconda delle annate, come il vino) dei suoi film: una storia d’amore che lo vede coinvolto in prima persona orchestrata attorno a temi attuali (quest’anno tocca alla famiglia allargata), un contesto “micro” in cui far agire diverse declinazioni umane (il circo), un contesto “macro” dove ridurre tutto alle dinamiche di paese (gli amici negozianti, l’inquilino del piano di sopra, gli amici del bar e via dicendo), buoni sentimenti a palate (quest’anno siamo privati anche di quei pochi sprazzi irriverenti solitamente lasciati a Ceccherini) e risate garbate in diversi dialetti.
Rispetto al resto della propria filmografia Io e Marilyn si assesta a metà strada tra le opere più convincenti come Il ciclone, I laureati e Il principe e il pirata e quelle decisamente più soporifere come Ti amo in tutte le lingue del mondo, Fuochi d’artificio e Il pesce innamorato. Il film infatti ha un buon ritmo e scivola via indolore ma non riesce poi ad assestare colpi comici con un po’ di originalità al pari di momenti malinconici (che pure vorrebbero esserci) che parlino di quell’universo farsescamente e quotidianamente drammatico degli sfortunati in amore, categoria nella quale da sempre Pieraccioni piazza i suoi personaggi.
Da notare lo straordinario momento (involontariamente) metacinematografico che vede il protagonista visitare l’Italia in miniatura. Lì fra i modelli in scala delle bellezze italiane, in quelle inquadrature nelle quali sembra starci tutto il paese riunito ai piedi del gigantesco Pieraccioni si scorge un’Italia piccina come quella rappresentata nel film, simile a quella reale ma privata di tutto il vero fascino dalla riduzione effettuata.
Sana commedia popolare o ennesimo inganno edulcorato buono per il pubblico acquietato delle feste? Qui le altre critiche