Ho stabilito un programma di massima che prevede la visione di una trentina di film (variabile a seconda delle necessità e con la segreta speranza di poter aggiungere qualche pellicola piuttosto che essere costretto a toglierne).
Nel mio personale programma la giornata di apertura è dedicata a Nicolas Winding Refn, regista danese a cui è dedicata la sezione Rapporto confidenziale del Torino Film Festival numero 27.
Oggi quindi (salvo imprevisti) guarderò Pusher, il primo film di Refn, e Valhalla rising, l’ultimo film, già passato fuori concorso a Venezia.
Ho scelto il primo e l’ultimo per farmi un’idea di base di Refn, che ammetto di non conoscere e che in Italia ha trovato negli anni difficile collocazione.
La sua storia cinematografica inizia quando un suo cortometraggio scolastico (Danish Film School dopo essere stato cacciato dalla American Academy of Dramatic Arts) trova un passaggio su una tv danese e viene visto da un produttore che lo invita a scrivere e dirigere il suo primo lungometraggio. Pusher, appunto!
Siamo nel 1996, Nicolas ha 26 anni e il film fu un sccesso sia di pubblico che di critica. Racconta Copenaghen come prima non era mai stata raccontata, con i suoi bassifondi, il suo male, i suoi abitanti perduti… come fosse New York insomma!
(Ne parleremo pià approfonditamente presto).
Anche Bleeder, il film successivo, che pur sembra mostrare persone meno toccate dal dramma della vita, finisce per essere una spirale inarrestabile di depressione e autodistruzione.
Il buon successo anche della seconda pellicola spinge Refn a provare il salto negli States ma Fear X è un clamoroso flop (nonostante la presenza di John Turturro) e spinge il nostro al disastro finanziario.
Così si torna in patria e si punta sul sicuro con Pusher 2 e Pusher 3, che riprendono i personaggi del primo film e mantengono quel clima di cupezza, di incapacità di venir fuori dalla vita quotidiana, di sofferenza per gli eventi, ma senza mai far mancare un filo di humor tipicamente nordico.
Dopo tre anni di pausa, Refn torna nel 2008 con una produzione anglo-danese. Bronson è la storia del più terribile detenuto delle carceri inglesi, tanto cattivo da farsi chiamare Charly Bronson. Astrazione visiva e violenza caratterizzano tutto il film.
E naturalmente quest’anno Refn si ripropone con Valhalla rising, ambientato nell’anno 1000 A.C. a cavallo tra leggenda e storia.
Da sempre il Torino Film Festival ha tra i suoi obiettivi quello di far conoscere autori degni di nota ma che per vari motivi in Italia non hanno trovato adeguata distribuzione e Amelio giustamente continua sulla stessa strada.
Il programma prevede l’intera filmografia di Refn (i sette film di cui vi ho appena parlato) più Gambler, un documentario di Phie Ambo che racconta il periodo non certo facile della realizzazione di Pusher 2, periodo successivo al fallimento finanziario di Refn.