Planet 51 è un esilarante film di animazione diretto da Jorge Blanco che si prefigge il compito di far riflettere i bambini sul tema della diversità e della sua relatività. Queste riflessioni, a mio avviso, possono rivelarsi piuttosto importanti in una società multietnica come la nostra. Il film, strappando notevoli sorrisi con le sue battute e le sue scene divertenti, riesce a centrare il suo obiettivo. A questo, a mio parere, contribuisce la scelta di collocare gli alieni in una ambientazione “anni ’50”. Negli Stati Uniti, infatti, in quegli anni, dietro ad una apparente tranquillità data da staccionate bianche e barbecue all’aperto, si nascondeva una forte paura non solo degli alieni provenienti da altri pianeti, ma anche dei propri vicini terrestri. Per gli abitanti di Planet 51, il timore più grande, l’alieno umano, si materializza proprio mentre si dedicano a queste tranquille attività. Il film riesce sapientemente a mostrarci come la loro reazione sia identica alla nostra: si ricorre alle armi, alla violenza, alla caccia al mostro.
Unica differenza: per gli abitanti di Planet 51 i mostri siamo noi. Ma le verdi creature con le antenne del film e l’astronauta Chuck Baker sono poi così diversi? A tal proposito è stata operata una scelta intelligente nella pellicola: la popolazione di Planet 51 non è formata da mostri: nonostante le loro evidenti differenze, sono più simili agli umani di quanto pensiamo. Perfino le loro vetture, per quanto diverse, ricordano le automobili che affollavano le strade americane negli anni ’50. Il film ci mostra come attraverso il dialogo, la solidarietà, la scoperta delle somiglianze e l’accettazione delle differenze, si possa instaurare un rapporto pacifico. La nascita dell’amicizia tra l’astronauta Baker e l’adolescente di Planet 51, Lem è piuttosto significativa a tal proposito. I personaggi sono agli antipodi, non solo perchè provengono da pianeti diversi. Chuck è adulto, sicuro di sè, piace alle donne e ama l’avventura. Lem è un adolescente amante delle regole, talmente timido ed insicuro da non riuscire nemmeno a vivere una storia d’amore con la coetanea Neera. Però entrambi saranno pronti a rischiare la propria vita per quella dell’altro. In Planet 51 non mancano i riferimenti ad altri film. Attraverso un sapiente uso della colonna sonora viene rievocato Grease (film del 1978, ma ambientato negli anni ’50) e Cantando sotto la pioggia (1952). Sono inoltre presenti molti rimandi alla fantastica saga di George Lucas, Star Wars.
Il robot di Planet 51, Rover, è simile a C1-P8 di Guerre stellari, mentre per l’ altezza e la forma del viso e delle orecchie il personaggio del film di Blanco, il professor Kipple, ricorda il maestro Yoda, il famoso Jedi di Star Wars.
Infine uno dei protagonisti cita direttamente Luke Skywalker, personaggio chiave nella saga di George Lucas. Tutti questi riferimenti non possono che colpire piacevolmente lo spettatore adulto.
Buona la performance dei doppiatori della versione originale in inglese: particolarmente brava l’attrice Jessica Biel che offre la propria voce a Neera. Piuttosto azzeccata è la scelta di Dwayne Johnson per il doppiaggio di Chuck. Il personaggio infatti è stato concepito e realizzato come un Casanova, e la voce suadente di Johnson, ne rende ancor più evidente il fascino. A dar voce al capitano Baker, nella versione in lingua italiana sarà Luca Ward, dotato anche lui di un tono di voce ricco di appeal.
Un film simpatico, divertente che fa sorridere e riflettere e che sicuramente piacerà non solo ai bambini, ma anche agli adulti.