New Moon, la recensione in anteprima

Pubblicato il 17 novembre 2009 di Gabriele Niola

The Twilight Saga New Moon Poster ItaliaRegia: Chris Weitz
Cast: Kristen Stewart, Robert Thomas Pattinson, Taylor Lautner, Billy Burke, Peter Facinelli, Elizabeth Ann Reaser, Nikki Reed, Ashley Greene, Jackson Rathbone, Kellan Lutz, Edi Gathegi, Cam Joslin Gigandet, Jamie Campbell Bower, Michael Sheen, Charlie Bewley, Daniel Cudmore, Christopher Heyerdahl, Dakota Fanning, Cameron Bright, Noot Sear, Graham Greene, Tinsel Korey, Rachelle Lefevre, Kiowa Gordon, Chaske Spencer, Bronson Pelletier, Alex Meraz
Durata: 130 minuti
Anno: 2009

Per un vampiro che scompare si guadagna un uomo lupo. In New Moon, secondo capitolo di Twilight, Bella si deve confrontare da una parte con l’assenza di Edward, il quale si allontana da lei convinto di fare il suo bene, e dall’altra la presenza più continuativa di Jacob Black che scomparso il pallido rivale decide di farsi sotto rivelando (a se stesso e all’amata) la sua natura di uomo lupo, razza naturalmente nemica dei vampiri. Edward intanto, credendo Bella morta, tenterà un improbabile suicidio.
I capitoli di mezzo, si sa, sono i più noiosi e in questo caso i peggio raccontati. La saga passa dalle mani (cinematografiche) di Catherine Hardwicke a quelle di Chris Weitz, già responsabile del disastroso La Bussola D’Oro, e lo scarto tra i due si misura soprattutto in come gli eventi sono introdotti e intrecciati.

Sebbene il filo non possa che essere quello del libro, il modo in cui è stata tratta la riduzione per il cinema cerca la semplificazione continua. I personaggi agiscono in base a pulsioni elementari spesso poco motivate, si scambiano battute al limite dell’insensato e sembrano agire sotto il comando del regista invece che per una propria volontà.
Superato lo straniamento del fatto che in quel piccolo paesino sembra che chi non sia vampiro è uomo lupo e comunque entri sempre in contatto con la protagonista, c’è anche da dire che la drammaturgia romantica, cioè la costruzione del sentimentalismo (che poi è la base del successo dei racconti), è molto carente.

Chi ha già letto il libro si potrà anche commuovere rispondendo in automatico a situazioni e personaggi che le pagine hanno caricato di sentimenti ma chi ha solo visto i film difficilmente verrà persuaso dell’intensità del rapporto tra i protagonisti.
La sospensione dell’incredulità dello spettatore adulto è continuamente messa alla prova da una storia che pone spessissimo i personaggi di fronte alla possibilità di baciarsi, fare sesso o quant’altro ma impedisce loro di farlo per un motivo o per l’altro. Se la mormona Stephanie Meyer riesce a costruire un impianto sufficientemente romantico da giustificare e mettere in secondo piano quest’esigenza di astensione, i suoi corrispettivi cinematografici non riescono a rendere la tensione e la metafora tra il desiderio sessuale e il desiderio di “mangiare” che prova il vampiro (e che per l’uomo lupo si trasforma in un’aggressività eccessiva che ne causerebbe la violenta trasformazione), lasciando la fastidiosa impressione di un amore non consumato per motivi insulsi.

Questo secondo capitolo rivela infine la vera essenza della saga, cioè la storia di una ragazza basata su desiderio di un ragazzo, un racconto al femminile dove i personaggi maschili sono poco più che uno stereotipo (Edward Cullen compreso). Non a caso in questo secondo film il vampiro compare pochissimo ed è il dramma della protagonista a reggere il sentimentalismo.
Dakota Fanning compare per 10 minuti e ti fa desiderare di non guardare altro. E’ la Meryl Streep degli under18.

Successo a tavolino o opera che merita di essere vista? La saga di Twilight al cinema è il corrispettivo di quella letteraria? Qui le altre critiche

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