Il film di Luis Prieto, Meno male che ci sei, è ormai nelle sale, e con l’uscita arrivano anche le prime recensioni della stampa italiana. Le vogliamo vedere insieme? Sono qui sotto: seguite i link per leggerle per intero!
In diversi, hanno trovato il film atipico, e migliore della media delle commedie adolescenziali italiane. Mi riferisco in particolare alle recensioni di Riccardo Izzo su Cinemadelsilenzio.it (“meno male che ovvietà e cliché sono ridotti al minimo, e dalla sala non si esce anzitempo. Merito di un buon ritmo e buone interpretazioni, Claudia Gerini in primis“) e di Alessio Morrone su www.barimia.info (“Il lungometraggio sembra allora davvero diverso dagli altri teen movie all’italiana, che sembrano tutti uguali tra loro. Stavolta i protagonisti hanno più personalità, l’opera in sé è meno scontata e c’è questo interessante rapporto tra due generazioni entrambe problematiche“).
Piuttosto positivo anche il parere di Emilio De Berardinis su Silenzio in Sala: nonostante “alcune scene, scontate, e alcuni dialoghi, ridicoli e convenzionali” lascino “trapelare luoghi comuni e ingenuità“, “la semplicità e non la pretenziosità con cui il film riesce a raccontare una storia e due vite; la credibilità degli attori principali e la verosimiglianza fuori dai tòpos dei loro personaggi, fanno di Meno male che ci sei una pellicola piacevole, in cui il lieto fine arriva perché conquistato“. Buona anche la reazione di Renato Massaccesi su FilmFilm.it, “Meno Male Che Ci Sei potrebbe sembrare, superficialmente, la classica storia di cui sopra, in cui un amore che sembra impossibile, forse per timidezza o per inesperienza, diventa realtà in barba a tutti e, il mondo, fino a quel momento tristissimo, diventa rosa. E invece il film di Luis Prieto è la storia di una mancanza, di un involontario abbandono, che fa sì che la scoperta dell’amore sia soltanto un elemento che non ce la fa, da solo, a far cambiare colore alla vita“.
Negativissima invece l’opinione di Gianluca Arnone su Cinematografo.it, che parla di “Tratti (im)pertinenti del cinema dei lucchetti, sempre più al traino della fiction tv e di una sociologia fasulla ma di comodo. Più veritiera, ma non meno preoccupante, è la leggerezza morale con la quale il film “normalizza” famiglie distopiche (vedi i nonni di Allegra, con la Sandrelli in versione sciroccata), viltà e tradimenti, solo fastidiosi grattacapi per l’etica di ceralacca di oggi“. Un po’ meno duro Camillo De Marco su Cineuropa: “Interpretazioni convinte, qualche risata, troppi cliché e poco realismo per questa seconda collaborazione tra Cattleya e Focus Features che esce in 200 copie distribuite da Universal“.
Qui trovate le restanti recensioni, divise tra un 70% tondo tondo di opinioni positive e un 30% di negative. Qui, infine, c’è la nostra recensione. Per dare un’occhiata a tutto il materiale da noi postato in questi giorni sul film, cliccate qui.