Altra giornata, altri incontri fantastici qui al Festival di Roma. So che la vostra attenzione è totalmente focalizzata su New Moon (e se volete leggere il nostro reportage dall’anteprima, cliccate qui), ma la giornata ha visto la partecipazione di altri tre grandissimi personaggi del cinema americano: sto parlando di Meryl Streep e dei Fratelli Coen.
La Streep ha presentato Julie & Julia, nuovo film di Nora Ephron che racconta le storie parallele di Julia Child (Streep), storica chef americana che spopolò con un libro di ricette francesi e una trasmissione televisiva tra gli anni ’50 e ’60, e di Julie Powell (Amy Adams), ragazza newyorkese che nel 2002 decide di aprire un blog per seguire una sua sfida personale: cucinare in un anno le oltre 540 ricette del libro di Julia Child. Le loro storie presentano diversi punti in comune, e vengono seguite da Nora Ephron con grazia e occhio esperto, e con un gusto per la commedia che conferma ancora una volta quanto in USA il genere sia sempre in buone condizioni di salute. Il cast collaterale comprende un grandissimo Stanley Tucci nel ruolo del marito di Julia, Paul.
E Meryl Streep, che nel film sprizza allegria e ottimismo, nella vita è altrettanto simpatica e sicura del proprio ruolo di attrice e madre. “L’ingrediente principale per essere felici è avere un grande marito, cosa che ho la fortuna di avere da 31 anni. Poi bisogna avere grande resistenza e la capacità di organizzarsi”. E afferma con onestà: “tutti i complimenti che ricevo non sconvolgono più di tanto la mia vita quotidiana, perché conosco i miei limiti sia come attrice che come madre. So di essere imperfetta e sono attratta dall’imperfezione, da personaggi imperfetti”. Il ruolo di Julia Child è l’occasione per rendere omaggio alla propria madre, “una donna che ha vissuto nella stessa epoca di Julia e aveva la stessa gioia di vivere. Ho sempre voluto essere un po’ più come mia madre”.
Il film contiene anche un messaggio di coraggio: non abbiate paura di “disossare la vostra anatra”, ovvero di affrontare gli ostacoli della vita. “Spesso è la paura a frenarci. Ma se fai il mio mestiere non puoi avere mai paura. Puoi sudare freddo e avere una voce tremolante quando fai le conferenze stampa, ma quando vai sul set devi essere sicura di te”.
Subito dopo, abbiamo assistito alla conferenza di A Serious Man (qui la recensione), con Joel e Ethan Coen e il protagonista Michael Stuhlbarg. I Coen sono arcinoti per non dire praticamente nulla alle conferenze. Rispetto il loro punto di vista: mi pare che sia stato Todd Solondz a dire, a Venezia, che ha scelto la professione di regista per comunicare proprio attraverso i film, non per commentarli in seguito. Credo che sia lo stesso punto di vista dei Coen. Certo, a volte può essere frustrante quando ti rispondono a monosillabi. Poi quando vedi Ethan che si fa quattro risate e sembra non prendere sul serio le domande, ti chiedi che bisogno ci sia di mettere in piedi tutto ciò. Comunque, ripeto: le loro opere parlano per loro.
Il film presenta alcune caratteristiche autobiografiche: è infatti ambientato in una comunità ebraica nei sobborghi di Minneapolis, in pratica dove sono cresciuti i due fratelli. Ma le somiglianze con la loro storia personale si fermano lì, a quanto pare: “Sì, è il luogo in cui siamo cresciuti, ma non è un’autoniografia. Per quanto riguarda i personaggi e i loro rapporti, si tratta di fiction”, afferma Joel.
Il tono del film oscilla, come spesso accade nelle opere dei Coen, tra comico e tragico. Alla domanda se si tratti, secondo loro, di una tragedia o di una commedia, Ethan risponde: “Non la vediamo in questo modo. Crediamo che sia solo una storia, e cerchiamo di raccontare ciò che è appropriato per quella storia, non ciò che fa ridere o meno”. Il film uscirà da noi il 4 dicembre, distribuito da Medusa. Pare che in USA stia andando abbastanza bene, al di sopra delle aspettative. E non ha offeso nessuno nella comunità ebraica, finora, nonostante un tono chiaramente polemico nei confronti della religione.
Infine, una nota di colore: è bello sapere che Ethan Coen apprezza Edgar Wright, regista de L’alba dei morti dementi e Hot Fuzz!
Qui trovate la nostra pagina del festival, mentre qui c’è una galleria di scatti – piuttosto orribili, ma rendono l’idea!!