“Per me il cinema è come la musica”, parola di Nicolas Cage. Che può permettersi di spararle grosse, dall’alto della sua incendiaria performance nell’inaspettato exploit di Werner Herzog, Bad Lieutenant: Port of Call New Orleans. Sì ok, inaspettato da me, perché visto il trailer non credevo davvero che il maestro tedesco avesse confezionato un film di tale spessore, e soprattutto c’era il rischio che Cage si lasciasse andare alla sua recitazione eccessiva. Invece l’attore risulta incredibilmente controllato, nella sua follia, e convincente. Il film ne guadagna un grandissimo protagonista, devastato dai dolori alla schiena e sofferente quanto la città che dovrebbe difendere dai “cattivi” veri e propri, un luogo distrutto da un uragano che però non ha spazzato via la corruzione. Ma un grande lavoro lo fa anche Eva Mendes, che ci consegna un personaggio tenero nonostante un background piuttosto feroce.
In definitiva un film che con l’originale Cattivo tenente non c’entra nulla, ma è un solido poliziesco con grandi personaggi, una bella storia e soprattutto una serie di tocchi “psichedelici” che lo rendono unico.
Nicolas Cage è soddisfatto, e si vede chiaramente alla conferenza stampa: “per me è stato fondamentale fare il film a New Orleans, perché anche se sono nato a Los Angeles è a New Orleans che sono rinato. Lì è nato il jazz, e ho già detto che il cinema per me a certi livelli è come musica. Ho perciò suggerito a Herzog che avrebbe potuto adottare uno stile jazz, usando il copione come una partitura da cui staccarsi”.
Replica prontamente Herzog: “ho dato a Nicolas alcuni consigli, gli ho suggerito la posizione delle spalle, un po’ di sbieco, e gli ho detto che volevo che il suo sguardo arrivasse prima”. “Come una giraffa”, gli fa eco l’attore. Herzog prosegue: “Ho cambiato molto la sceneggiatura originale. Tutto l’inizio è cambiato, ho aggiunto particolari come le iguana e gli alligatori, mi piace avere animali intorno. Lo vedevo come un delirio causato dalle droghe: ho usato alcune microtelecamere ottiche per avvicinarmi il più possibile alla pelle e agli occhi dei rettili. Credo siano le scene più belle del film”.
Ma Herzog e Cage hanno mai fatto effettivamente uso di droghe? “Assolutamente no, mai nella mia vita”, dice Herzog. Cage invece ammette: “questo personaggio è molto impressionista, come il film. Per prepararmi ho guardato ad alcune mie esperienze con certe sostanze, che ho avuto tantissimi anni fa, decenni fa. Ho cercato quindi di filtrare il ricordo di quelle esperienze attraverso la mia mente lucida per creare appunto questo ritratto impressionistico”.
Eva Mendes, dal canto suo, rivela: “quando ho accettato la parte non avevo nemmeno letto lo script. Ho sentito il nome di Herzog e quello di Cage, e ho detto subito di sì! Mi piace il mio personaggio, è un’anima tormentata, una donna che cerca di sopravvivere. Mi piace quello che Herzog ha fatto con questo film, ovvero inserire una storia innocente [la love story tra il tenente e la prostituta interpretata dalla Mendes] in un film dall’aspetto così oscuro”.
Adesso aspettiamo di sapere il verdetto di Abel Ferrara: “non ho mai visto un suo film”, chiosa Herzog, “ma spero di incontrarlo al più presto, magari davanti a una birra”.