Regia: Hoyt Yeatman
Cast: Nicolas Cage, Penélope Cruz, Steve Buscemi, Will Arnett, Bill Nighy, Kelli Garner, Niecy Nash, Chris Ellis, Tracy Morgan, Sam Rockwell, Piper Mackenzie Harris, Gabriel Casseus, Zach Galifianakis, Jon Favreau
Durata: 88 minuti
Anno: 2009
Si tratta di un film con animaletti digitali parlanti che in realtà sono abilissimi agenti segreti per conto (più o meno) del governo americano e contro perfide multinazionali. La G-Force è composta da Porcellini d’India precisi come militari, una talpa che fa da esperto informatico e una mosca che fa da infiltrato.
La trama, a parte qualche colpo di scena vagamente prevedibile, di più non regala, mentre il film si. Perchè intreccio e racconto di una storia di complotti e affetti a parte G-Force è uno splendido esempio di cinema 3D.
Girato da un veterano degli effetti speciali passato dietro la macchina da presa (uno che si è formato lavorando a Blade Runner e E.T. e poi ha vinto un Oscar per il lavoro fatto con Cameron su The Abyss) G-Force ha dei pregi tecnici immensi, in primis un’idea di processo lavorativo stereoscopico innovativo. Contrariamente a quel che si può pensare il grandissimo risultato è stato ottenuto non lavorando sulla profondità durante le riprese ma solo in post produzione.
In pratica attraverso una videocamera HDR capace di girare a 360° per catturare i livelli di illuminazione dei set è riuscito a ricreare ogni ambiente in digitale per poter assegnare ad ogni elemento un suo “coefficente di profondità”. In questo modo è stato possibile per Hoyt Yeatman gestire la stereoscopia elemento per elemento, inquadratura per inquadratura, riservandosi il privilegio di poter ritoccare il livello di profondità di ogni oggetto o personaggio in qualsiasi momento.
Il risultato in parole povere è quello che i promotori del 3D ci hanno sempre detto ma che non avevamo ancora visto: un modo di girare davvero immersivo, con una profondità che sul serio comporta una maggiore immersione e coinvolgimento nelle dinamiche narrate. Certo le dinamiche narrate sono porcellini d’India parlanti che corrono, ma il concetto (in questo caso) non è quello: è il gesto filmico.
Innovazione o bufala? Inutile filmetto infantile o piccolo piede di porco nella penetrazione del 3D nel nostro cinema? Qui il resto della critica