Io certe volte non riesco sul serio a capire se le persone credono realmente in quello che scrivono, o lo fanno solamente per creare “scandalo”, o peggio ancora perchè convinte che l’intellettuale, in quanto tale, debba per forza distinguersi dalla massa.
Ognuno è libero di esprimere il proprio parere, ci mancherebbe, ma deve anche essere cosciente del fatto che, una volta esposto, non può sottrarsi all’opinione di chi l’ha ascoltato. E se sei convinto che il “Purchè se ne parli” sia un principio fondamentale del mondo moderno, caro mio, non posso che darti ragione, ma a tutto c’è un limite.
C’è un limite quando leggi sulle pagine di The Guardian un articolo firmato da un certo Tim Rott, responsabile della pagina culturale, che definisce un film come Schindler’s List offensivo per coloro che hanno vissuto realmente l’olocausto. Che continua dicendo che La Dolce Vita sarebbe un’opera inconcludente e piena di personaggi poco credibili. Che Jules et Jim è una pellicola troppo filosofica e pretenziosa. E che Blair Witch Project (un film che personalmente ho trovato molto bello, sia inteso) sarebbe in realtà molto più incisivo e terrorizzante del sopravvaluto Psycho.
Ora, penso siate tutti d’accordo con me sul fatto che la concezione di cinema del qui citato Tim Rott sia abbastanza discutibile. Ritenere un film bello, non vuol dire per forza accostarsi alla massa. E’ proprio la massa a decidere la bellezza di un film, a conservare costantemente il suo ricordo.
E per quanto mi riguarda non ho nessuna intenzione di dimenticare pellicole come Schindler’s List, La Dolce Vita, Jules et Jim. Perchè le ritengo bellisime.
E voi, cose ne pensate? Questo è uno di quei casi in cui il proprio parere non va detto. Va urlato!
(Fonte: duellanti)