Regia: Barbara Sgambellone, Monica Sgambellone
Cast: Juan Pablo Di Pace, Maria Victoria Di Pace, Marco Cocci, Francesca Faiella, Fabrizio Rizzolo, Sax Nicosia, Danilo Brugia
Durata: 90 minuti
Anno: 2009
Dotato di una voce fuoricampo simile nelle intenzioni a quella di Il Favoloso Mondo di Amelie (ma alla fine più invadente, saccente e didascalica), di una protagonista svampita allegra e incasinata come quella di La Felicità Porta Fortuna e girato come una commedia movidana spagnola di inizio anni ’80 (ma senza la carica eversiva di quel cinema) Tutti Intorno a Linda sembra un curioso anello di congiunzione tra cinema e fiction televisiva.
Protagonista a parte, tutto è abbozzato, accennato e non approfondito. I personaggi sono solo “ruoli”, cioè non hanno anima ma si presentano e agiscono per il ruolo e la funzione a che hanno (ex ragazzo, amica del cuore, amante ecc. ecc.). Le scene sono girate e illuminate come quelle di una serie televisiva anche se poi l’orchestrazione del racconto è da film.
Si parla di Linda che è affetta da uno strano male le cui cure sono due: avere un figlio o operarsi. E siccome Linda è anche ipocondriaca deve trovarsi e alla svelta qualcuno con cui fare un figlio. La follia e la leggerezza con cui è presa l’idea di fare un figlio alla svelta, sono anche carine, come carina (anche se di certo non nuova) è la trovata di usare un film non tanto per raccontare dei fatti o un personaggio ma per parlare di uno stile di vita. E poi il personaggio di Linda è tratteggiato bene (e Maria Victoria di Pace è splendida).
Ma appunto solo intorno a Linda le cose sono decenti, il resto del film si perde miseramente, anche perchè a fronte di pochissime battute riuscite (e sono quelle che più somigliano all’umorismo da serie tv) la commedia presenta situazioni slapstick non sfruttate fino in fondo e un gioco di incastri ed equivoci stantio.
Tutti Intorno a Linda sembra il classico caso di film che partendo da un’idea interessante e volendo essere un film tutto dalla parte delle donne poi manca di audacia realizzativa e finisce per essere un prodotto che non accontenta nessuno.
Cinema nuovo o finto cinema nuovo e in realtà cinema vecchio? Non erano forse meglio una collocazione e una realizzazione pienamente televisive? Qui le altre critiche