In occasione del Masterclass con gli sceneggiatori di Lost al RomaFictionFest, Screenweek ha incontrato Matthew Fox che nei panni di Jack è lo storico eroe della serie.
Raccontaci di quella prima volta nella quale hai messo gli occhi sul copione…
Ricordo che leggevo la sceneggiatura dell’episodio pilota con J.J. Abrams che di tanto in tanto veniva da me e mi chiedeva: “Ti piace?? Non pensi che sia davvero bella”. Ed effettivamente, ho subito pensato che si trattava di un qualcosa di mai sperimentato prima. Un copione che mi ha catturato immediatamente.
Ti saresti aspettato un successo globale, un’entrata nel mito per questa serie che ha scritto la storia della Tv?
Ricordo che sapevamo che stavamo facendo qualcosa di speciale. Ma non abbiamo mai pensato che sarebbe stato un successo tale. Ce ne siamo accorti a poco a poco, quando girando il mondo abbiamo visto il responso positivo della gente. E’ stato magnifico.
Quando si parla di Lost, c’è chi parla di richiami alla letteratura, di quelli alla filosofia. Personalmente Matthew Fox quant’è legato alla letteratura?
Tantissimo. Mio padre era uno pro-libri, attenzione non voglio dire che odiasse la televisione, ma per lui la letteratura è sempre stata al primo posto. Quando ero uno studente alla facoltà di economia gli ho detto che volevo fare l’attore e lui mi ha consigliato di prepararmi a questo mestiere leggendo tanti romanzi. Vorrei poter trasmettere questa cosa anche ai miei figli.
Si dice che conosca già il gran finale della serie… ti va di condividerlo con noi??
Non so proprio se sono l’unico attore a cui è stato rivelato il finale della serie… e posso assicurarvi che riesco già a vedere nella mia mente l’ultima inquadratura dell’ultima puntata. Ma credo anche che gli sceneggiatori potrebbero avermi ingannato e magari aver detto a me una cosa e ai miei colleghi tutt’altro!